Longo: «Rimpasto prima dell’estate»
“Color che son sospesi”. In consiglio comunale non è ancora chiara la posizione dei consiglieri di Forza Italia: erano 3, poi 2, ora 6, se non 7. E qualcuno era frondista, poi pattista. Il coordinatore era in giunta, ma è stato defenestrato. Alla fine il bilancio ha messo tutti d’accordo, ma i dubbi restano. A fugarli è Valerio Longo, capogruppo consiliare degli azzurri battipagliesi.
Come devo definirla? Consigliere di…?
«Di maggioranza. Non ho incarichi amministrativi, ma mi sento un consigliere di maggioranza».
Pino Bovi dice che non siete in maggioranza, ma che, per ora, avete semplicemente votato un bilancio…
«Chi vota un bilancio di previsione, condivide un percorso. Il consigliere Bovi personalizza troppo la politica: da sempre tende a dividere, a creare una corrente che faccia capo a lui, ponendo veti a prescindere. Il “signor no” sarebbe una risorsa se mettesse da parte le sue antipatie e cercasse le ragioni che ci uniscono».
Che veti ha posto?
«Per esempio, dice che noi di FI dobbiamo firmare un documento. Sarebbe datato, però, visto che ora la ridefinizione della giunta la vuole tutta la maggioranza. Anche lui dice che bisogna rivisitare gli assessori».
E perché non si fa il rimpasto?
«Siamo al dunque: entro la fine della primavera, il sindaco metterà in atto un grosso rimpasto per dare un segnale ai gruppi consiliari. A quel punto porremo i nuovi assessori davanti ad uno scadenzario della loro attività amministrativa, definendo dei punti fondamentali».
Quali sono le priorità per Longo?
«Riorganizzare Alba. È collegato ai servizi: il cittadino deve percepire i servizi e sentirsi al sicuro. Pulizia, pubblica illuminazione e uno spazzino di quartiere, perché tutti, dalla giunta agli spazzini, devono rispondere di quel che fanno e non fanno».
Finora gli assessori hanno risposto d’azioni e inadempienze?
«No».
Neppure uno?
«Onestamente no: giunta troppo tecnica e per nulla politica. Lo avevo anticipato: ora lo percepiscono anche gli altri».
Servizi, sicurezza e…?
«Sviluppo economico. Sull’area industriale, o deleghiamo ad altri soggetti, all’agenzia immobiliare che è il Consorzio Asi, lo sviluppo della città, oppure mettiamo mano noi ad una trasformazione della nostra area produttiva».
Come?
«Risposte velocissime all’imprenditoria. E liberalizzazione degli usi: chi produce può commercializzare e viceversa. La zona industriale deve diventare un unicum con la città, con asili, ristoranti e centri ricreativi».
Opere pubbliche, insomma. L’ex assessore, però, il suo coordinatore Giuseppe Provenza, non è stato ancora sostituito. Potrebbe ritornare?
«Le condizioni che portarono all’allontanamento di Provenza oggi non ci sono più. E quando c’è un rimpasto non si esclude nulla: per ora, però, l’importante è cambiare passo e colmare il gap tra politica e giunta. Poi valuteremo le possibilità d’un impegno diretto di FI. Abbiamo una rappresentanza significativa: ora siamo sei. E Alfonso Baldi, che è stato eletto con noi, pure è un uomo di destra.».
Se fa questi calcoli, in una maggioranza a 15 vi spetterebbe quasi il 50 per cento delle deleghe…
«Non ne facciamo un discorso numerico: siamo disponibili a lavorare anche in giunta, ma deciderà il sindaco. Tenendo presente che in politica i numeri, pure quelli delle elezioni politiche, sono importanti».
È vero che FI ha votato il bilancio a scatola chiusa?
«Sì perché non abbiamo partecipato alle riunioni di maggioranza; no perché questo bilancio ricalca quelli precedenti e il programma. E ora, oltre i bilanci, bisogna attuare il programma. La ricreazione è finita. I pattisti volevano il cambio di passo, mica la caduta del sindaco…».
Il leader dei pattisti, però, è andato all’opposizione…
«È una sua scelta. La vicenda Etica/Roberto Cappuccio è stata condotta malissimo: qualche voce autorevole di maggioranza, di cui parlavo prima, deve mettere da parte le ostilità personali. Quelli del movimento hanno commesso un errore politico gravissimo attaccando la persona».
E il più grave errore commesso da Cecilia Francese?
«S’è lasciata condizionare da chi le dà cattivi consigli esasperando la lotta: Il sindaco deve rimanere sul piano politico».
Un anno fa lei disertò il consiglio sul rendiconto; oggi il dialogo conciliatorio; tra un anno?
«Spero che potremo contare i progetti portati a termine, preparandoci al rush finale, perché tante cose poi le metterà in atto la consiliatura successiva».
Nella quale Longo sarà di nuovo con la Francese?
«Se portiamo a termine i programmi, perché no? Il futuro si costruisce oggi…».