Un ritratto fedele | di Antonella Marsilia
Anto’, fa caldo… Dimmi una cosa, Anto’. Ma tu, al mare ci vai? Quel dedalo di strade strette e mal asfaltate che portano alla nostra litoranea lo percorri? Via Noschese, Santa Lucia, Porta di Ferro, la via dei Cinesi, almeno il fine settimana ci passi? E dimmi un’altra cosa, Anto’. Tu non ti senti un’immondizia di cristiano quando butti la spazzatura di casa tua lungo quelle strade, ai margini dei campi dove crescono i pomodori e l’insalata? Fammi indovinare… Pure tu “ti bevi l’acqua minerale”?
Aspetta, Anto’, non ho finito. Volevo chiederti un’altra cosa… Tu, in questa città, ci cammini? A piedi, magari qualche volta, dopo che hai parcheggiato il suv sulle strisce pedonali, o davanti allo scivolo per le carrozzine?
E non hai ribrezzo di te stesso a buttare i sacchetti della tua spazzatura nei cestini stradali, quelli che servono ai passanti per gettare il fazzolettino del cono gelato, l’incarto delle gomme, uno scontrino vecchio?
Anto’, senti. Io non ti conosco bene, ma magari sei un padre di famiglia, e tu, Maria, magari tu sei una mamma. Voglio dire: magari sei un essere umano!
I flaconi di plastica, le lattine, la cartastraccia, le bottiglie di vetro, che pure quando non ce li butti direttamente finiscono ai margini del marciapiede dove cammini tu, e nelle aiuole – dove potrebbero giocare e farsi male i tuoi stessi figli, i tuoi nipoti – questo pattume non lo vedi? Non devi rispondermi subito, ma per farti capire che sei nei miei pensieri ogni giorno voglio dedicarti un tuo ritratto.