Retrocessi
[di Francesco Bonito]
Anche se è troppo presto per stilare un bilancio definitivo, l’annata sportiva 2018-2019 con molta probabilità potrebbe essere ricordata come l’annus horribilis delle squadre battipagliesi. Senza entrare impietosamente nel dettaglio, si può ragionevolmente affermare che nei tre sport più popolari (calcio, basket e volley) le compagini cittadine stanno raccogliendo risultati spesso mediocri, a volte pessimi. Se escludiamo i successi delle squadre giovanili, il panorama sportivo è desolante. La Battipagliese nel calcio, la PB63 nel basket maschile e femminile, le due società di volley, hanno tutte fallito gli obiettivi fissati a inizio stagione. Solo la Battipagliese potrebbe ancora raddrizzare l’ennesimo campionato deludente; ma serve un mezzo miracolo. Retrocessioni, playoff mancati, classifiche mediocri: questo il tristissimo bilancio (non definitivo) dello sport battipagliese di quest’anno. Si salva il nuoto, sport individuale, nel quale i team di casa nostra spesso ben figurano. Ma fuori dall’acqua arranchiamo.
Scrivo questo non per infierire, ma per evidenziare un segnale che non va sottovalutato. L’attività sportiva, sia quella di base che quella agonistica, è la premessa e, allo stesso tempo, la conseguenza della vivacità e della buona salute di una comunità.
È evidente a tutti e non serve dilungarsi a spiegarlo. Questa stretta relazione tra attenzione allo sport e comunità sana è risultata evidente anche nella recente storia battipagliese, quando a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta le nostre squadre di calcio, basket e volley primeggiavano a livello nazionale e, soprattutto, avviavano allo sport migliaia di ragazzini. Erano gli anni in cui Battipaglia scalava la classifica della prosperità economica e sociale, figurando nelle prime cento città italiane. Anni in cui l’impiantistica sportiva cittadina faceva invidia all’intera regione Campania. C’erano tutte le condizioni per mettere a frutto il patrimonio materiale e immateriale accumulato in quel periodo: ma non è stato fatto. Con una trascuratezza che ha sfiorato il menefreghismo si è disperso quanto di buono avevano fatto le società sportive; ci si è disinteressati della gestione dei palazzetti dello sport e degli stadi, dimenticando che si trattava di beni dei battipagliesi, non di pertinenze di qualche politico o dirigente comunale. Dati in gestione per quattro soldi (spesso mai incassati) o venduti generosamente a privati, dopo averli ridotti alla fatiscenza. Non si è mai incentivata la pratica sportiva né supportate le società, considerate quasi sempre al pari di fastidiose pittime, da contattare solo alla vigilia delle elezioni per racimolare qualche voto. Non si è mai pensato a un ambizioso programma di avviamento allo sport degli adolescenti, finanziato dal Comune, che avrebbe avuto un impatto positivo sulla vita delle famiglie, prevenendo fenomeni di disagio giovanile e devianza. Non ci si è occupati delle persone, ma nemmeno delle cose, della “roba”. Oggi il Palazzetto Zauli non è più comunale, lo stadio Pastena è inagibile, il vecchio Sant’Anna è ridotto a simulacro di imprese passate; per tacere del palazzetto Puglisi, del cosiddetto Palaschiavo e dei playground delle ville comunali!
Il risultato della condotta della classe politica degli ultimi venticinque anni è sotto i nostri occhi; ce lo ricordano la fatiscenza dei luoghi e la classifica. Perché, è triste ammetterlo, per colpa loro siamo retrocessi anche noi.
8 marzo 2019 – © Riproduzione riservata