Giuseppe Melara: «Puntiamo sui giovani»
Giuseppe Melara, per i pochi che non lo conoscessero, è un imprenditore cinquantenne, nato e sempre vissuto a Battipaglia. Dopo aver esercitato la professione di commercialista, nel 2003 ha fondato Formamentis, di cui è attualmente presidente e amministratore delegato: inizialmente un ente di formazione, diventato nel corso degli anni una rete di aziende molto qualificate che svolge il ruolo di agenzia per il lavoro e si occupa di mobilità internazionale. Il gruppo guidato da Melara, con sedi in tutta Italia, offre, inoltre, alta formazione gastronomica con la Scuola In Cibum, la nuova sfida di Fmts Group. Giuseppe Melara conosce in maniera profonda le dinamiche attuali del mondo del lavoro e, grazie alla sua esperienza, può aiutarci a comprendere come dovrebbe muoversi un imprenditore del Sud e quali sono le opportunità professionali che un giovane in cerca di occupazione potrebbe cogliere. Per questo abbiamo deciso di intervistarlo.
A Battipaglia gli investimenti sono sempre più sporadici e le grandi aziende chiudono o sono in crisi. Cosa ne pensa?
«È sempre un grande dispiacere vedere le aziende in crisi o addirittura vederle chiudere, a maggior ragione se accade nel nostro territorio, dove ci sono eccellenze straordinarie che spesso non raggiungono quel livello di maturazione ideale per poter esprimere al meglio tutte le loro potenzialità. Fare impresa è qualcosa di molto complesso, io posso dire di aver trovato le persone giuste con cui farlo, di averci creduto anche quando la notte sembrava buia e di non essermi mai fermato davanti agli ostacoli che, purtroppo, sono all’ordine del giorno».
Giuseppe Melara, imprenditore battipagliese, dopo tanti anni nel mondo della formazione, del lavoro e della mobilità internazionale per ragazzi, come mai la decisione di investire in una scuola di cucina?
«Il nostro lavoro ci ha permesso di confrontarci con il mercato e, quando abbiamo avuto il nostro primo approccio con il mondo dell’agro-alimentare e dell’eno-gastronomia, ci siamo resi conto che c’erano carenze formative incredibili. Pensi che ci sono ristoranti, strutture d’eccellenza che cercano personale e non lo trovano. Oppure, se lo trovano, devono formarlo da zero; come se le persone selezionate non fossero mai entrate in una cucina o in una sala, cosa che non sempre è possibile fare. Abbiamo colto un’esigenza formativa e abbiamo iniziato a rispondere come gruppo, ci siamo poi resi conto che occorreva una struttura dedicata, un intero staff dedicato e quindi abbiamo pensato di aprire la prima scuola di alta formazione gastronomica del Mezzogiorno d’Italia. Un luogo di scambio, condivisione e formazione in cui si entra con un sogno e si esce per entrare nel mondo del lavoro, senza soluzione di continuità».
La sua città appare da anni in una condizione di grave crisi economica e sociale. Quali suggerimenti darebbe all’amministrazione comunale di Battipaglia?
«Aiutateci a sciogliere i nodi della burocrazia. È l’unica cosa che chiediamo alla politica in generale. Non crediamo nell’assistenzialismo, il nostro investimento non ha goduto di fondi pubblici. Crediamo che fare impresa voglia dire investire e assumersi dei rischi e siamo pronti a farlo, ogni giorno. Ciò che spesso ci impedisce di volare come vorremmo è proprio la burocrazia. Il mercato corre veloce, non possiamo permetterci di subire battute d’arresto».
Quale futuro per i giovani di Battipaglia?
«Noi abbiamo creduto nei ragazzi del nostro territorio che oggi rappresentano la nostra risorsa più preziosa. Uomini e donne che credono nel progetto e danno il meglio di loro stessi. Nella nostra azienda il 65% dei dipendenti sono donne, l’età media è 35 anni. Questa è la dimostrazione che abbiamo provato e proviamo tutti i giorni ad arginare la fuga dei cervelli. Credo, più in generale, che settori come l’agroalimentare e l’enogastronomia possano dare molte chance a chi ha voglia di impegnarsi».
Valerio Bonito
28 giugno 2019 – © Riproduzione riservata