Fattore di pressione: Alessio, Morini e Caso rispondono a Bovi
Caro direttore,
vi ringraziamo anticipatamente per lo spazio che come gruppo consiliare del Comune di Battipaglia sicuramente vorrete dedicarci rispetto ad una polemica che in città ormai sta assumendo contorni sempre più grotteschi. Chiariamo subito: la delibera “fattore di pressione” o “criterio localizzativo” o “indice di saturazione”, è stata una delibera di impulso agli Enti sovracomunali, un atto che non modifica alcun piano regolatore, come alcuni fanno credere, ma un atto d’indirizzo affinché si fermassero i “giochi” e si gridasse in maniera seria e concreta che nessuna azienda di rifiuti deve aprire i suoi battenti sul nostro territorio. Non giochiamo alle verità celate: c’è un problema che affrontiamo con atti amministrativi e richiamando alle responsabilità gli enti preposti, cioè Provincia e Regione. Noi siamo stati quelli silenziosi che si sono tenuti offese e ingiurie di chi gridava allo scandalo, ai cavalli di troia (inesistenti perché si è dimostrato che gli impianti provati sono 21 e non 43 e chi parla farebbe bene ad avere lo stesso coraggio che abbiamo mostrato noi nel trovare una soluzione seria con le autorità preposte) e di chi ancora una volta grida ad un falso scandalo di un’inutilità non solo senza alcun fondamento, ma soprattutto senza offrire, né a noi né alla città, alcuna soluzione. Andiamo al primo aspetto, il consigliere Bovi evidenzia che “le norme può e deve scriverle la Regione e quindi redatte da un comune non hanno alcuna valenza”. Perfetto è esattamente quello che stiamo dicendo da mesi, la delibera di impulso, l’atto di indirizzo serviva proprio a questo a dire agli organi competenti per legge che il nostro territorio è saturo e che il Comune pretendeva di essere ascoltato e che gli enti preposti dovessero adottare una soluzione: “non un grammo in più”. Andiamo avanti con le inesattezze “calcolare la quantità in volume e non in peso”. L’indicazione dei metri cubi risulta utile per verificare la formazione di cumuli eccedenti i limiti di legge sul deposito incontrollato e abusivo. La conversione da tonnellate a metri cubi è possibile attraverso la definizione di pesi specifici delle varie tipologie di rifiuti e non porta aumenti e variazioni. L’unità di misura in metri cubi è più penalizzante ed è l’unità di misura utilizzata nel rilascio delle autorizzazioni. Inoltre, affrontare il problema della quantità di rifiuti alla concentrazione e alla pressione sulla superficie territoriale richiede misure comparabili e confrontabili ed è essendo un rapporto deve essere fatto tra misure compatibili. Il ricorso di un indice permette di confrontare la concentrazione di rifiuti tra diversi territori comunali dando l’indicazione di un numero confrontabile e valutabile al contrario di valori presi in assoluto.
Concludiamo e leggiamo ancora quanto riportato nell’articolo scritto dal Consigliere Bovi: “nella delibera è inserito un comma che di fatto estende la possibilità di accogliere siti (…) rimuovendo un vincolo del 2005”. Ciò non risulta al vero. Estendere? Noi dimostriamo l’esatto contrario, ossia l’eccessiva concentrazione di rifiuti sul nostro territorio considerando sia l’area industriale ASI e sia l’area produttiva di via Spineta dove ci sono impianti di rifiuti insediati con l’art.208! Inoltre in questa delibera oltre al criterio per bloccare le autorizzazioni, c’è il divieto assoluto per le aziende coinvolte in materiali infiammabili, rifiuti e metalli pesanti. Si dovrebbe raccontare la verità. Noi stiamo proponendo il blocco delle autorizzazioni! Eppure nonostante si continui a spiegare che un atto di indirizzo non può modificare le norme del piano regolatore, ma anzi in questo caso ne rafforza il senso e la valenza, il consigliere probabilmente non ricorda o volutamente, omette di evidenziare che allo stato attuale il Comune non può porre veti alla localizzazione degli impianti, art. 208 del Codice dell’Ambiente perché da solo costituisce motivo di variante allo strumento urbanistico, quindi, chi dice il contrario dice bugie e mente alla città.
L’unico modo per dire alla Regione di non dare autorizzazioni è applicare l’articolo 197 e il nostro atto d’indirizzo dà impulso proprio a Provincia e Regione. Ultima sciocchezza. Il limite attualmente fissato sul nostro territorio rispetto ad autorizzazioni rilasciate da Enti sovracomunali non permette a noi alcun tipo di intervento e non è possibile revocare quanto già rilasciato. La “negoziazione” di cui parla il consigliere Bovi con l’individuazione delle aree è una presa in giro priva di fondamento. Questa amministrazione ad aver aperto un varco serio e costruttivo per una quantità molto inferiore a quello che riferisce nell’articolo il consigliere Bovi, si parla di fatto di 1.675.000 tonnellate.
La politica ragiona e bene e se le scelte del gruppo, Con Cecilia, in cui tutt’ora è il consigliere Bovi, pur stando all’opposizione, non gli appartengono è giusto che ci sia anche da parte sua una scelta molto più che etica.
I consiglieri comunali del gruppo consiliare Con Cecilia:
Michele Alessio (capogruppo), Ada Caso, Elda Morini
25 ottobre 2019 – © Riproduzione riservata