Smart working | di Emilio Del Vecchio

Una volta sognai di essere arruolato improvvisamente, per necessità della Nazione.
Un incubo… per chi ebbe il dispiacere di conoscermi: non mi svegliavo in orario, le trombe mattutine mi erano indifferenti, mi alzavo e non sapevo fare il cubo, ultimo a uscire dalla mensa per la colazione, ruberia di mascherine e amuchina, e poi, fuori la caserma, quei proiettili sparati per la cacciagione o il piattello, comando di coprifuoco non recepito e “influenza” negativa sui commilitoni che non dormivano per giocare a tornei di Mario Kart.
Dopo l’ennesima bravata, quella di cantare sbronzi l’Inno di Mameli in una notte di marzo, il Generale Becienzov, in un lungo discorso interrotto sovente da starnuti e colpi di tosse, tuonò alla fine: “Del Vecchio statt’ à casa!”. Oggi lo ritengo un sogno premonitore. Ho sempre desiderato dormire, poltrire e mangiare senza essere chiamato nullafacente, ma, questo periodo di guerra moderna, presenta le insidie dell’Isola dei Famosi… Il primo mese sole, mare, natura, relax, condivisione; poi arrivano le irritazioni cutanee e psichiche, la sensazione di avere poco spazio, la depressione per non aver fatto niente pur potendo fare tutto. Tutto in quattro mura, magari da mettere a nuovo perché quella crepa, adesso, se non la metti a posto sei una brutta persona.
I nostri nonni hanno fatto la guerra anche per questa semi libertà domiciliare senza pena condizionale, quindi, amico mio che non sai allacciare gli anfibi e il fucile lo hai preso solo nelle sale giochi, tienitela stretta e non odiarla. La libertà è un concetto vago come la felicità, entrambe si lasciano descrivere, si vivono e allora alla cinquantesima fakenews e alla centocinquantesima videochiamata mi è venuto un raptus e ho deciso di andare dai miei amici al mercato.
“Mercato? Ma tu l’ultima volta che sei andato al mercato è stato ad un filone al ginnasio?! Allora non hai capito, è chiuso tutto: te sta’ à cas! – sentenzia così mio padre incontrato sull’uscio di casa di ritorno dal colorificio con 8kg di pittura lavabile – Domani svegliati presto che dobbiamo tinteggiare, ho già raschiato le prime pareti e cambiato alcuni interruttori”. Non è guerra ma quarantena, il tempo bisogna pur occuparlo e lo smart working è solo una parola effetto come COVID-19, prendiamo questa pennellessa e non macchiamo il marmo… andrà tutto bene! È solo l’inizio, l’entrata ha avuto la prima mano, so che il restauro è “contagioso” e primo o poi toccherà alle ringhiere della balconata del soggiorno più a sud (mio smart working di qualche anno fa).
Speriamo di farcela per il 3 aprile, dicono ci sarà una festa nazionale perché siamo un grande popolo che da quando non si incontra non litiga più. Solidarietà virale. Tutti invitati rigorosamente a casa e fate attenzione al muro che papà ha rismaltato i gessetti.

20 marzo 2020 – © Riproduzione riservata

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