Rifiuti: siamo saturi, ma non abbastanza

[di Stefania Battista]

La delibera 
L’iter parte dal Comune di Battipaglia che propone con delibera 33 di aprile 2019, su input dell’assessore allo Sviluppo Davide Bruno, di ancorare al cosiddetto “fattore di pressione” l’impossibilità di allocare nuovi impianti di trattamento di rifiuti sul territorio. La delibera comunale si ispira a quanto deliberato dalla Regione Lombardia per la saturazione delle discariche. Ma dalla Provincia il criterio viene considerato inattuabile. Si prende però spunto per giungere ad un altro indice: la saturazione. Così, dopo mille polemiche a tutti i livelli, l’ufficio Ambiente provinciale, inizia uno studio che, partendo semplicemente dal numero di impianti su ogni territorio, metterà poi a confronto le tonnellate autorizzate, non quelle effettivamente trattate, e con una media matematica stabilirà una capacità massima oltre la quale un territorio è da considerarsi “saturo”.
La delibera provinciale, viene approvata finalmente lo scorso 25 maggio. “In particolare, l’analisi è stata rivolta specificatamente agli impianti destinati al trattamento dei fanghi, al trattamento della frazione umida, al trattamento dei rifiuti liquidi, al trattamento delle plastiche e alle piattaforme multimateriale in relazione ad una specifica caratteristica di impatto connessa alle emissioni odorigene. – si legge nel deliberato provinciale – Sono state prese in considerazione le singole autorizzazioni riportanti i quantitativi espressi in tonnellate/anno delle singole tipologie di rifiuto, escludendo quelle tipologie di rifiuto che potenzialmente non rappresentano impatti odorigeni”.
La complessa formula matematica applicata ha condotto a dichiarare “saturi” rispetto alle tonnellate trattate e all’estensione territoriale i soli due comuni di Sarno e Battipaglia. 
Ma nella premessa della delibera provinciale emergono due punti che hanno suscitato critiche e polemiche in città: il primo punto è che la limitazione riguarda solo gli impianti che emettono odori, la seconda è che la Provincia non può incidere sui piani sovraordinati, cioè resta fermo quanto stabilito dal piano regionale dei rifiuti. Come a volte accade, sebbene la delibera sia chiara, si sono costituiti due fronti che valutano in maniera diametralmente opposta la “portata” dell’atto votato in Provincia. C’è chi esulta e chi recrimina. Riportiamo i commenti di entrambe le scuole di pensiero: il lettore si farà la sua idea.

Gli entusiasti
«Abbiamo intrapreso l’anno scorso un percorso amministrativo con l’obiettivo di dare una risposta alla tutela dell’ambiente e della salute – dichiara l’assessore Davide Bruno – trovando la giusta strada rispetto alle norme esistenti e, quindi, le competenze della Provincia per la dichiarazione delle aree non idonee, legando la dichiarazione di non idoneità all’insediamento di aziende di rifiuti a un criterio oggettivo che è il rapporto tra le quantità autorizzate e la superficie del Comune. Indipendentemente dalle etichette e dalle definizioni, oggi abbiamo scritto una pagina importante per la Provincia e per il territorio rafforzando questo atto con un emendamento finale che rende efficace sin da subito il blocco degli insediamenti e degli ampliamenti delle aziende di rifiuti senza aspettare le integrazioni al Ptcp».
«Un risultato storico – afferma la sindaca Cecilia Francese – Il Comune di Battipaglia ha dato l’impulso alla possibilità di tracciare un percorso del genere, la Provincia ha accolto prontamente le nostre richieste elaborando uno studio importante che fa da apripista in mancanza della norma nazionale. Lo stesso presidente Strianese ha presentato in consiglio stamattina un emendamento che rende immediatamente efficace il dispositivo delle aree sature. Si è lavorato per il territorio e per la sua tutela. Oggi noi rivendichiamo un grande risultato per Battipaglia senza alcuna polemica strumentale».
«Chi vuole svilire il risultato politico ottenuto da questa Amministrazione – scrivono Roberto Cappuccio e Gerardo Zaccaria – potremmo dire o che non sa di cosa parla o, meglio ancora, che volutamente getta fumo negli occhi dei cittadini per intestarsi una “battaglia politica” alle porte delle elezioni regionali. La battaglia l’ha fatta questa amministrazione ed è il risultato di tutti. Far credere che nella delibera si potesse inserire una “mozione retroattiva” che bloccava un ampliamento deciso quattro anni fa e una gara assegnata due anni fa (il riferimento è all’ex Stir e al nuovo impianto di compostaggio che dovrebbe essere ospitato al suo interno, ndr) significa non solo svilire un risultato, ma prendere in giro una cittadina intera».

I delusi
«Dopo ben nove mesi dalle promesse di Bonavitacola e Strianese, – dichiara il capogruppo consiliare di Forza Italia Valerio Longo – seguite alla manifestazione popolare davanti ai cancelli dell’ex Stir di Battipaglia, il sistema di potere deluchiano cerca di correre ai ripari con una delibera farsa. Nella delibera approvata infatti viene ribadito che i limiti imposti non valgono per quanto programmato nell’ambito dei piani sovraordinati. In sostanza viene confermato che all’interno del sito ex Stir di Battipaglia sarà aperto un nuovo impianto di compostaggio dei rifiuti umidi, la cui inaugurazione, solo per calcoli elettorali, è stata rimandata a dopo le regionali di settembre».
E in Consiglio provinciale i consiglieri Fi Roberto Celano e Giuseppe Ruberto tentano di far approvare un emendamento che non solo includa nel criterio di saturazione anche gli impianti pubblici ma elimini la subordinazione al piano regionale. L’emendamento viene bocciato e i due si astengono dalla votazione.
«Non capisco perché cercare un criterio così complicato – dice Cucco Petrone membro del comitato Battipaglia dice no – In ogni caso la strada intrapresa se pure porterà a qualche risultato relativamente ai soli impianti privati lo vedremo tra qualche anno. Sicuramente rispetto alla riduzione dei rifiuti sul territorio è un timido passo avanti, ma rispetto al compostaggio nell’ex Stir non ha alcuna valenza. E per noi questa è una battaglia fondamentale».
«Ad un primo esame – commenta Nunzio Vitolo altro esponente del comitato – mi sembra che usando un calcolo di media come hanno fatto più impianti e più tonnellate ci sono e più la media si alza… O no? E poi credo che bastasse un piano per la qualità dell’aria per bloccare già per legge altri insediamenti inquinanti!».
«Limitare gli impianti rispetto alle emissioni odorigene – dice Lidia D’Angelo, attivista del comitato Battipaglia dice no – quando non c’è un parametro di legge regionale che indichi una soglia mi sembra ci riporti al punto di partenza. Chi stabilisce e in base a cosa che le emissioni odorigene sono al di sopra del tollerabile?». 

30 maggio 2020 – © Riproduzione riservata

Facebooktwittermail