L’ansia da separazione scolastica
[di Anna Lambiase]
Capita spesso di vedere casi di bambini che, in modo quasi improvviso, iniziano a manifestare forte angoscia, rabbia e tristezza nel momento in cui varcano la soglia del portone della scuola o della classe. Lo stato d’ansia manifestato dal bambino è tale per cui il genitore, allarmato, si vede costretto ad adottare alcuni comportamenti per tamponare le crisi e rassicurare il figlio.
Quando la separazione dalla figura materna o da un altro adulto significativo per il bambino, diventa un momento di forte ansia e angoscia, è probabile che si stia sviluppando un Disturbo d’ansia da separazione.
La sofferenza che manifestano è molto intensa, sia prima che durante il momento in cui l’adulto o il bambino si allontana, sia nelle ore successive alla separazione. Nei periodi di lontananza il bambino ha bisogno di sapere spesso dove sia la persona di riferimento e di stare in contatto con lei il più possibile, per esempio con frequenti telefonate. Nei momenti di separazione possono inoltre comparire sintomi somatici come mal di stomaco, vomito, cefalea; tali sintomi possono comparire anche solo in previsione di un momento di separazione.
A volte capita che dicano delle piccole bugie per poter tornare a casa o durante i giochi con i compagni. Il Disturbo d’ansia da separazione inizia a essere evidente quando l’angoscia del bambino gli impedisce la normale frequenza scolastica; per tale motivo le famiglie arrivano in consultazione solo quando c’è il rifiuto o malessere nell’andare a scuola.
Molto spesso i genitori non si accorgono che l’angoscia del bambino per la separazione era evidente anche prima del rifiuto scolastico. Inoltre, la manifestazione evidente della difficoltà a scuola induce spesso genitori e insegnanti a cercare le cause del disagio nell’ambiente scolastico o nel rapporto con i compagni, senza focalizzarsi sul fatto che la reale fonte di angoscia è il distacco dalla figura di riferimento.
Per poter emettere la diagnosi di Disturbo d’ansia da separazione, i sintomi devono essere significativi e impedire a chi ne soffre di dedicarsi alle comuni attività tipiche dell’età. I sintomi devono, inoltre, essere presenti per almeno 4 settimane in bambini e ragazzi fino a 18 anni e per almeno 6 mesi negli adulti. Tuttavia, in questo secondo caso, nella valutazione della durata del disturbo come “clinicamente significativa” è ammessa una certa flessibilità.
Le cause esatte dell’ansia da separazione non sono note, ma si ritiene che a promuovere l’insorgenza del disturbo sia la concomitanza di un profilo psicologico predisponente e dell’esposizione a traumi o eventi stressanti nell’infanzia e/o negli anni successivi (compresi forti traumi in età adulta). Nel caso dei bambini, la nascita di un fratellino, un trasloco o la malattia di un genitore che comporti un ricovero ospedaliero di diversi giorni, possono costituire un fattore stressante sufficiente a indurre il disturbo.
Anna Lambiase, psicologa e tutor Dsa