Il colore del Natale

[di Francesco Bonito]

Quando questo giornale va in stampa la Campania è zona rossa. Doveroso precisarlo perché lo status cromatico delle regioni italiane cambia come la livrea del camaleonte. Così, ogni due settimane, si resta in attesa delle decisioni “dall’alto”, come su un campo di calcio dopo aver commesso un brutto fallo, ansiosi di capire di che colore sarà il cartellino che ci verrà mostrato dall’arbitro: giallo o rosso? Saremo ammoniti o espulsi? Non so se sia giusto sentirsi così, sempre in attesa di una sanzione che regoli, premi o punisca il nostro comportamento. Forse non è giusto, anche perché molti dei fattori che inducono “l’arbitro” a decidere il colore del cartellino non dipendono dalle azioni dei cittadini, bensì dalla risposta inadeguata delle istituzioni politiche e burocratiche alla situazione di drammatica emergenza prodotta dalla pandemia. Ma è deleterio nascondersi dietro l’alibi delle inefficienze altrui: aver compreso l’inadeguatezza della nostra classe dirigente non ci deve condurre sulla strada del “me ne frego!”, anzi. 
Anzi, credo che dovrebbe responsabilizzarci ancora di più. Se chi deve decidere per tutti spesso non prende la decisione più saggia, non conviene lasciarsi andare al disfattismo o a valutazioni qualunquistiche da bar dello sport (oggi chiusi, tra l’altro), ma è utile prestare ancora maggiore attenzione e agire in modo da tutelare la salute nostra e degli altri. Se sono in spiaggia, il mare agitato, è esposta la bandiera rossa ma il bagnino è al bar (questa volta aperto), che faccio? Mi tuffo e mi allontano dalla riva tanto il bagnino non mi vede o resto sotto l’ombrellone? Ecco: restiamocene un po’ seduti sotto l’ombrellone. È possibile che le onde saranno alte ancora a lungo ed è consigliabile essere prudenti fino a quando la bandiera sarà di nuovo bianca. Fuor di metafora, finché il virus non sarà sconfitto è il caso di agire con prudenza, consapevoli che ogni rilassamento individuale o collettivo comporterà nuove ondate di contagio e le inevitabili restrizioni che limitano la libertà di tutti e infliggono colpi durissimi all’economia nazionale e locale, rendendoci più poveri.
Che siamo diventati più poveri lo hanno scoperto anche i distratti, dopo aver appreso la notizia che Battipaglia ha “meritato” oltre trenta milioni di euro di contributi statali proprio in ragione della gravissima crisi economica e sociale che la affligge da anni. Lasciando perdere la polemica politica da incipiente clima elettorale, l’arrivo di questi fondi dovrebbe rallegrare; ma immediatamente il sorriso si trasforma in smorfia di amarezza, al pensiero di quanti soldi dei contribuenti sono stati sperperati negli ultimi trent’anni, per superficialità, incompetenza o clientelismo. Purtroppo è tardi per recuperarli; chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato – dice una celebre canzone napoletana – si sa. Però, vi prego, fermiamoci qui: non scordiamoci il passato.

5 dicembre 2020 – © Riproduzione riservata

Facebooktwittermail