L’idea è grande, nasce il Piccolo

[di Francesco Bonito]

Sono le tredici, i battipagliesi sono a tavola per il pranzo domenicale. Tutti, tranne uno. Arriva trafelato, scende dalla sua auto e infila le chiavi in un portoncino fronte strada nel cuore di via Olevano. Apre e ci introduce nel foyer di un teatro; a sinistra il botteghino, in fondo la buvette, davanti a noi la platea, il palcoscenico col gruppo luci e l’impianto audio già montati; dietro le quinte i camerini. Ogni cosa è pronta e al suo posto, c’è già anche il nome: il Piccolo. E il nome svela l’incredibile sorpresa: perché è piccolissimo, una vera bomboniera.
A rinunciare al pranzo domenicale è il protagonista di questa impresa: Gennaro Paraggio. Un nome che a Battipaglia rimanda a due cose buone: la mozzarella e la passione per il teatro, entrambe portate avanti con dedizione da quasi mezzo secolo. Paraggio e la moglie, l’attrice Giuliana Meli, hanno trasformato un locale poco più grande di una cantina in un teatro da 60 posti. Mentre i teatri di tutta Italia sono costretti a star chiusi, Gennaro e Giuliana aprono (appena le norme lo consentiranno, ovviamente). Un miracolo, una scommessa, un’impresa. Ancor più a Battipaglia dove,  col glorioso Garofalo irrimediabilmente chiuso e il Bertoni a mezzo servizio, è rimasto solo il rinnovato teatro sociale Giuffré a ospitare con regolarità spettacoli e laboratori.
«Un sogno che si realizza – afferma un po’ emozionato Gennaro Paraggio – aprire un teatro nel quale dare spazio alle tante realtà amatoriali battipagliesi e non, uno spazio dove ospitare teatro, musica, cultura. Tutti eventi di cui la nostra città ha fame». Gli chiediamo quando aprirà il Piccolo. «Noi siamo pronti, manca solo l’insegna, abbiamo tutto. Aspettiamo il via libera del governo. Ritengo che apriremo agli spettacoli teatrali in primavera, Covid permettendo. Mentre eventi meno impegnativi, come conferenze in presenza o in streaming, presentazioni di libri, incontri culturali, potranno svolgersi anche prima. Non vediamo l’ora!». 
Il nostro “impresario” è emozionato e giustamente orgoglioso. Ci parla anche del futuro meno immediato, ci racconta dei progetti, dei corsi di teatro per bambini e adolescenti, degli appuntamenti formativi dedicati ai professionisti, dei laboratori psicopedagogici. Col suo entusiasmo l’impresario illumina la platea – oggi vuota – de il Piccolo di Battipaglia. Lo fermo e gli do appuntamento alla “prima”. Usciamo, via Olevano è deserta. Il pranzo della domenica è ormai saltato. Ma, vi assicuro, ne è valsa proprio la pena.

5 dicembre 2020 – © Riproduzione riservata

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