Quel giorno al Dopolavoro…

Dopo lo speciale sul DFL dello scorso numero sono arrivate diverse testimonianze e in tantissimi hanno commentato sui social, rispondendo all’appello del nostro giornale. Non avendo spazio per pubblicare tutto, abbiamo scelto un amarcord inviatoci dalla California e solo alcuni dei tanti “ricordi” scritti sulla pagina facebook Sei di Battipaglia… il vero, nei commenti all’articolo “Quel giorno al Dopolavoro…”

Quel torneo del 1975

[di Cosimo Spera – San Francisco, California, USA]

C’è una canzone dei Pooh che è un ricordo della mia giovinezza che comincia con “l’anno, il 73 il posto il cielo artico…”; io vorrei cominciare cosi: l’anno il 75 il posto – non tanto sexy come il cielo artico – la panchina dei giardini della stazione che era davanti al negozio di generi alimentari Zi’ Antonietta, l’ora forse tarda mattinata. Io ero seduto lì con coach Ferdinando Giannattasio. Non mi ricordo se stavamo mangiando una rosetta con la mortadella, però all’improvviso Ferdi – diminutivo con cui lo chiamavamo noi ragazzi della Polisportiva Battipagliese – mi dice: “Cusumu’ – per molti sono sempre stato “Cosimuccio” anche adesso – perché non fare un torneo [di basket] durante questa pausa dei campionati, così ci teniamo in forma, facciamo squadre equilibrate e le chiamiamo coi nomi dei college americani e giochiamo al campo del Dopolavoro
Per noi ragazzi – all’epoca avevo 16 anni – vivere anche per un momento il sogno americano era una cosa incredibile. Mi ricordo, mi disse: “la tua squadra si chiamerà Marquette (che si pronuncia marchètt’ che come nome in Italiano non è proprio il massimo!). Ferdi aveva un modo di caricarti tutto particolare, parlava al cervello, differente da quello di Elio Cavallo che, invece, parlava al cuore. Non so se Ferdi concepì l’idea del torneo per evitare gli infortuni: noi infatti eravamo soliti giocare a basket per strada, sotto casa Rossini. Gigi aveva un canestro mobile e noi lo mettavano di solito appoggiato al muro di uno dei palazzi vicini (così da avere un rudimentale tabellone) e giocavamo 3 contro 3 per ore, quasi tutti i giorni.
Di fatto l’area del Dopolavoro anche grazie a Ferdi e al “suo” torneo diventò un punto di aggregazione sociale. Vedere quell’area cancellata dal cemento è un colpo di spugna ai miei e ai vostri ricordi. Quell’anno, il 1975, Battipaglia aveva un anima.

13 marzo 2021 – © Riproduzione riservata

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