La saggezza dei nipoti
[di Daiberto Petrone]
Ho ricevuto dalla mia nipotina che ha da poco compiuto quattordici anni questo messaggio:
“Compleanno in quarantena. È il secondo compleanno che festeggio in quarantena, la cosa che mi manca di più sono gli abbracci, sorrisi, o solo la presenza di amici e parenti. Il primo anno l’ho passato tra una chiamata e un’altra, un “tanti auguri” scritto per messaggio e gli abbracci dei miei genitori. Dobbiamo accettare tutto questo, dobbiamo farci andare bene anche le piccole lontananze, che al momento sembrano enormi, di chi ci vuole bene, dobbiamo dire addio ai piccoli abbracci di persone che si presentano solo al tuo compleanno ma che comunque fanno piacere. Questo non era di sicuro il compleanno che immaginavo, nel mio primo compleanno in quarantena mi ero fatta tante aspettative su questo che doveva venire, ma sono state disilluse, pensavo che tutto sarebbe finito e invece no, siamo ancora nella stessa situazione; per sdrammatizzare dico sempre “è marzo che non gli piace come mese”. Spero presto che questa situazione finisca, che gli abbracci e i baci ritornino all’ordine della normalità, che invitare venti persone per il compleanno sembrino quasi poche, però spero che tutti questi sacrifici siano utili e che l’anno prossimo festeggerò magari il compleanno con quale sorriso in più. Fernanda”.
Questa breve lettera al nonno mi dà lo spunto per fare una riflessione a un anno dall’inizio della pandemia di Covid-19. Proprio pensando ai bambini si accrescono le preoccupazioni, non solo per il presente, ma soprattutto per il loro futuro, attese le condizioni del pianeta che stiamo per consegnare alle future generazioni.
Gli scenari che si delineano sono tali da richiedere da subito un’inversione di tendenza che porti al superamento degli schemi dettati dall’economia e dalla finanza, per approdare a serie, non più rinviabili, ipotesi di sviluppo sostenibile che vedano l’uomo e l’ambiente al centro dell’interesse da perseguire per approdare a modelli in grado di assicurare non solo la sopravvivenza, ma anche un contesto nel quale recuperare una dimensione spirituale e umana.
Mi sa che la saggezza che tanto manca a noi adulti a volte si trova nel cuore di molti giovanissimi, come Fernandina, capaci di sdrammatizzare ed esprimere con forza e speranza prospettive per il futuro.
27 marzo 2021 – © riproduzione riservata