La noia nei bambini: un grande stimolo
[di Anna Lambiase, psicologa*]
Molti bambini hanno energia da vendere. Un’esplosione di curiosità, esplorazione e conoscenza che ha permesso ai genitori di incanalare, attraverso lo sport e attività secondarie alla scuola quali teatro e corsi d’inglese, le risorse dei più piccoli. I nostri tempi hanno dato alle famiglie la possibilità di poter scegliere tra un’ampia gamma di stimoli. I genitori sono più attivi alla ricerca del talento del proprio figlio e anche la scuola rinforza questa dimensione attraverso corsi pomeridiani e concorsi per i ragazzi. Ma, da un anno, le famiglie stanno attraversando una fase difficile ed estremamente delicata nella quale gli equilibri giornalieri sono cambiati all’improvviso. La didattica a distanza (dad) impone agli studenti di seguire la scuola da casa, molti genitori sono in smart working o hanno dovuto cercare strategie alternative per trovare qualcuno in presenza per aiutare i piccoli a casa. Le palestre, le scuole di danza, le scuole di teatro, sono tutte chiuse. I bambini e i ragazzi sono passati, in pochissimo tempo, da una dimensione extra domiciliare ad una dimensione intradomiciliare, il che comporta dinamiche e stimoli diversi.
Se prima i compagni di classe e di sport erano vicini fisicamente e ci si preparava per un anno intero alla recita di fine anno o al saggio, oggi abbiamo una routine completamente differente: le famiglie hanno cercato di comunicare con i dovuti accorgimenti, ciò che sta accadendo ma quello che sta capitando è che molte figure adulte si sentono smarrite e impotenti. Non poter garantire un’uscita, una partita, un incontro diviene un vissuto psicologico ricco di frustrazione. Non riusciamo a trovare una soluzione adeguata per i nostri figli ma se analizziamo bene, sono proprio loro la nostra soluzione. Eh sì, i bambini e i ragazzi non devono sempre fare mille attività! Nella crescita dei bambini, abbiamo sostituito la parola “rassicurare” con la parola “riempire”. E nel “pieno” che abbiamo educato i nostri ragazzi, senza rendercene nemmeno conto. Le domeniche di prima erano dedite unicamente al focolare domestico, poi hanno aperto i centri commerciali; le famiglie sono spinte, quasi obbligate a uscire. E oggi che ci ritroviamo costretti a casa, sembra che non sappiamo come poter occupare il tempo.
I bambini devono assolutamente fare l’esperienza della noia, per poter aguzzare l’ingegno. La deprivazione di stimoli, comporta la creazione degli stessi. Pensiamo a tutte le persone che per diversi motivi rimangono tanto tempo sole con loro stesse. La loro vena creativa trova un senso e un’esplosione, come se la nostra mente necessitasse di silenzio e assenza per poter stimolare nuove dimensioni esplorative. I bambini, infatti, quando hanno troppi giocattoli, perdono l’interesse a giocare. La privazione di un oggetto implica il desiderio e tramite il desiderio che molte aree del cervello stimolano nuovi interessi.
*psicologa, esperta nei disturbi dell’apprendimento
16 aprile 2021 – © riproduzione riservata