Giochi da tavolo
[di Francesco Bonito]
Chi ha più di quarant’anni avrà riconosciuto il gioco in copertina. Lo Scarabeo è stato molto in voga fino ai primi anni Novanta e certamente tutti i candidati sindaci – ufficiali e in pectore – ci avranno giocato. Quello che sta succedendo nelle ultime settimane ricorda un po’ lo Scarabeo e molto i giochi da tavolo in generale. Come nel gioco con le lettere, sulla scacchiera politica battipagliese ogni settimana compare un nome nuovo, una sigla in più. Come nello Scarabeo i giocatori provano a trarre vantaggio dalle parole composte sul tabellone, così sui tavoli della politica si cercano incastri tra nomi e sigle al fine di garantirsi il punteggio più alto possibile.
Ma le similitudini con i giochi da tavolo non finiscono qui. È da marzo che il centrodestra locale convoca un tavolo, si riunisce intorno a un tavolo, pone questioni sul tavolo, auspica una sintesi rispetto ai nomi sul tavolo. Intorno a questo tavolo, metaforico ma anche reale, ci sono stati per settimane Fratelli d’Italia, Forza Italia, la Lega, bucciarelliani, zariani, dicunzoliani, boviani e altri che mi scuso per la mancata citazione. Ogni tantoun giocatore smette di giocare, si alza dal tavolo e annuncia la propria candidatura a sindaco. Prima Tozzi, poi Bucciarelli, poi Di Cunzolo e, una settimana fa, Zara. I quattro si sono autocandidati e hanno affermato di aver pronte due o tre liste a supporto; si parla, sommandoli, di migliaia di voti che se confluissero su un solo nome potrebbero garantire il traguardo del ballottaggio, ma divisi per quattro farebbero perdere tutti. Un atteggiamento autolesionista che relegherebbe il centrodestra al ruolo di comprimario; una scelta che forse nasconde una machiavellica riserva mentale, un retropensiero che potrebbe assomigliare a questo: “se non posso essere il candidato sindaco sostenuto da tutti, vado da solo, cerco di prendere tanti voti e poi vado a negoziare il mio appoggio al ballottaggio al migliore offerente”. Ma è solo un’ipotesi.
Un centrodestra frantumato regala un grande vantaggio agli avversari, soprattutto alla sindaca che pesca meglio di Visconti e Mirra in quell’area politica, e che proprio da destra rischiava di ricevere fendenti micidiali. Con un centrodestra diviso è prevedibile che due di questi tre si contenderanno al secondo turno la fascia tricolore.
Chi si alza dal tavolo del centrodestra lo fa convinto che la sua mossa trascini dietro di sé la maggioranza degli altri giocatori; ma finora non è accaduto. Forse qualcuno ci ripenserà e tornerà a sedersi. Nessuno può prevederlo. Una cosa è certa: riunione dopo riunione, al tavolo restano seduti sempre meno persone e a candidarsi sono sempre di più. Al momento, cercando la sintesi si è trovata l’antitesi. Si chiama serendipità, mi pare.
15 maggio 2021 – © riproduzione riservata