…Uno per tutti?
[di Francesco Bonito]
La notizia del giorno la potete leggere a pagina 5: il centrodestra battipagliese ha raggiunto l’auspicata sintesi. Zara, Tozzi e Santese hanno siglato un accordo nel quale si impegnano a sostenere un solo candidato di coalizione che dovrebbe essere indicato dai vertici provinciali di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega. Se non ci sarà l’investitura “dall’alto” i tre sono determinati a scegliere il candidato sindaco autonomamente, ma in modo condiviso. Sul metodo il comunicato stampa non è chiarissimo: “rimettendosi alla volontà democratica” c’è scritto. Il riferimento è a un sondaggio che dovrà indicare il più competitivo dei tre. Forse l’espressione giusta da usare sarebbe stata “volontà demoscopica”, ma sono dettagli. In subordine, potrebbero votare a maggioranza: se in due sceglieranno lo stesso candidato, il terzo – anche se in disaccordo – dovrà accettare di buon grado.
Se sarà come annunciato, per fine giugno conosceremo il nome del candidato sindaco del centrodestra, lo schieramento potenzialmente col maggior numero di elettori (secondo i voti delle ultime elezioni nazionali). Questo sulla carta, perché tutti sanno che l’elezione del sindaco risponde ad altre logiche ed è influenzata da altre variabili. Uno tra Zara e Tozzi (o addirittura entrambi) dovrà fare un passo indietro dopo averne fatti più di uno in avanti. Un atto di responsabilità e di maturità politica, una scelta che fa prevalere la logica della squadra sulle ambizioni individuali.
Difficile non cedere alla tentazione di commentare l’accaduto con la nota espressione “quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare”; ma resisterò e non la userò, per scelta consapevole. Perché non mi voglio rassegnare all’idea che la politica debba per forza essere un gioco “duro”, né che per vincere una competizione elettorale e, ancor di più, per ben amministrare una comunità serva la “durezza”. Quando penso a un buon candidato a una carica elettiva sono altre le qualità che mi vengono in mente; allo stesso modo, se devo immaginare il sindaco ideale sono altri gli aggettivi che userei. Mi piacerebbe che l’espressione da usare fosse: “quando il gioco si fa pulito gli onesti cominciano a giocare”; oppure… “quando il gioco si fa difficile i più capaci cominciano a giocare”. Equilibrio, saggezza, senso del dovere, sono tutti concetti che mi vengono in mente prima della “durezza”. Non vuol dire che mi piacerebbe un sindaco “morbido” e remissivo, tutt’altro. La mia censura è riferita soprattutto alla durezza di questa incipiente campagna elettorale. Denigrare sistematicamente gli avversari per demolirli qualifica chi lo fa. Un futuro buon sindaco, o un candidato che si vuol accreditare come tale, non dovrebbe assestare duri colpi ma farsi apprezzare per le qualità possedute.
Su questo argomento vi invito a leggere qui a fianco cosa scrive con profonda leggerezza Ernesto Giacomino.
12 giugno 2021 – © riproduzione riservata