L’Arnica
[di Simona Otranto, erborista]
L’Arnica, Arnica montana L., è una pianta appartenente alla famiglia delle Asteraceae, molto conosciuta e utilizzata in erboristeria per il trattamento locale di contusioni e di ecchimosi (lividi). Deriva il suo nome dal greco e letteralmente significa “che fa starnutire”. La radice e i fiori, dal colore giallo aranciato, che costituiscono la droga, hanno infatti effetto starnutatorio. Conosciuta volgarmente anche come “Erba benedetta delle montagne” o “Starnutella”, è una pianta erbacea diffusa sopra i mille metri. Si trova spontanea nelle montagne del nord Italia e in tutte quelle europee. I fiori si raccolgono alla fioritura, tra luglio e agosto, mentre le radici in autunno, durante il riposo vegetativo. Appartiene alle specie protette, è pertanto assolutamente vietato raccoglierla. Le piante utilizzate a scopo medicinale vengono appositamente coltivate. Tra i princìpi attivi presenti ci sono tannini, olio essenziale (di composizione variabile se estratto dai fiori o dai rizomi) e sostanze coloranti di natura carotinoide.
L’Arnica è una pianta velenosa se ingerita. L’uso orale è stato da anni abbandonato per l’elevata tossicità. A forti dosaggi, se non opportunamente diluita, la tintura della pianta può provocare infatti tachicardia, enterite, collasso cardiocircolatorio, paralisi. L’uso interno rimane confinato ai granuli omeopatici che si trovano in farmacia.
Per uso esterno è una delle piante più note ed efficaci per risolvere in tempi brevi ecchimosi ed edemi conseguenti a contusioni e slogature. Tradizionalmente la tintura, sempre diluita in quattro parti d’acqua (diluizione 1: 4), può essere applicata, con l’ausilio di compresse di garza, direttamente sulla parte da trattare, salvo la presenza di lesioni. Tutte le preparazioni a base di Arnica vanno applicate su cute integra evitando il contatto con gli occhi, la bocca e le mucose. Dalla pianta, oltre la tintura, che si prepara per macerazione dei fiori o dei rizomi in una soluzione idroalcolica, può essere composto un oleolito. Quest’ultimo, facilmente reperibile già pronto in erboristeria, si ottiene attraverso la “digestione” (ossia la macerazione al sole) dei fiori in un olio base (olio d’oliva, di mandorle, di girasole, etc.). L’olio di Arnica può essere utilizzato per massaggi antidolorifici e defaticanti. Gli estratti della pianta vengono invece impiegati per la preparazione di gel e pomate a varia concentrazione di principi attivi già pronti all’uso.
L’Arnica, a concentrazioni estreme, è moto utilizzata anche in ambito veterinario per il trattamento delle contusioni dei cavalli. Tutte le preparazioni citate possono essere altresì adoperate per massaggi sportivi (prima e dopo l’attività fisica), per il trattamento dei geloni nel periodo invernale, per l’alopecia. Ha un leggero effetto riscaldante.
30 settembre 2021 – © riproduzione riservata