Dislessia, disortografia e discalculia
[di Anna Lambiase, psicologa]
I Disturbi specifici dell’apprendimento (conosciuti anche con l’acronimo Dsa) sono disturbi su base neurobiologica, così come vengono descritti dai manuali internazionali di riferimento (ICD-10, DSM-5), e sono: la dislessia, la disortografia e la discalculia. Questi disturbi, secondo le ultime indicazioni nazionali, possono essere inquadrati come caratteristiche dell’individuo. Questo evita la stigmatizzazione del comportamento delle persone con difficoltà di apprendimento. Il problema è specifico delle abilità di lettura, scrittura e calcolo e non è causato da problemi di intelligenza o da altri fattori ambientali, sensoriali e/o psicologici. Riguarda l’apprendimento, non solo scolastico, ma anche di sequenze legate all’allacciare le scarpe, leggere l’orologio, imparare concetti temporali come prima-dopo e ieri-oggi.
Un bambino con Dsa può presentare uno o più di questi singoli disturbi ed è bene chiarire che deve essere diagnosticato, mediante un’apposita valutazione fatta dallo psicologo, o dal neuropsichiatra infantile o dal logopedista. Dislessia, disortografia disgrafia si possono diagnosticare solo dopo la fine della seconda classe primaria, mentre la discalculia si può diagnosticare solo dopo la fine della terza classe della scuola primaria. Questa valutazione è necessaria e indispensabile per far sì che vengano rispettate le misure previste da precise disposizioni della Legge 170/2010 e per rispondere a due quesiti fondamentali: “Che cosa ha mio figlio e in che modo posso aiutarlo?”. La certificazione deve essere consegnata alla scuola che, assieme a una collaborazione attiva con le figure professionali che hanno a carico il bambino, stila il PDP (Piano Didattico Personalizzato), ovvero uno strumento che utilizza la scuola per formalizzare quali saranno le modalità didattiche previste per l’alunno Dsa. Queste modalità sono necessarie per fare in modo che la vita scolastica di un bambino con diagnosi Dsa possa essere la più serena possibile, in quanto il disturbo specifico di apprendimento ha un forte impatto sull’autostima e attiva dinamiche disfunzionali interne che possono condurre al disinteresse verso la scuola o all’isolamento sociale, con una maggiore insorgenza di disturbi d’ansia. Inoltre, tra scuola, famiglia ed equipe sanitaria vi deve essere un patto di corresponsabilità, in cui vi è uno scambio reciproco al fine di garantire l’attuazione delle misure dispensative e compensative che non sono una mera facilitazione o una scusante per non svolgere i compiti (che vengono svolti unicamente con modalità diverse), in modo da non appesantire il carico cognitivo del bambino, visto che lo stesso deve svolgere attività di potenziamento per non avere peggioramenti.
Anna Lambiase, psicologa, esperta nei disturbi dell’apprendimento
30 settembre 2021 – © riproduzione riservata