Il centro integrato d’interscambio: sogno europeo o ennesima incompiuta?

SPAZIO A PAGAMENTO AUTOGESTITO

L’incipit.
Era il 27 aprile 2007 quando il Comune di Battipaglia dava il via alle attività necessarie a beneficiare delle risorse dell’Obiettivo Operativo 6.1 – “Città medie”, dell’Asse VI – “Sviluppo urbano e qualità della vita” del PO FESR Campania 2007-13, che prevedeva interventi integrati di sviluppo, per migliorare le funzioni urbane superiori e assicurare condizioni di sviluppo sostenibile, sociale ed economico, per le città con popolazione superiore a 50.000 abitanti. Dato numerico questo, necessario punto di partenza, emerso dall’attività di censimento di quegli anni, in particolare del 2011, portata avanti con successo dai nostri uffici comunali.

Il progetto
L’idea era quella di elaborare una proposta che fosse capace, letteralmente, di abbracciare l’intera città. Nel definire il proprio programma PIU Europa, si individuava, quale ambito urbano d’intervento, la parte di città a ridosso della stazione, in particolare le aree dello scalo ferroviario dismesso. La stazione ferroviaria di Battipaglia, importante scalo della tratta ferroviaria tirrenica a sud di Salerno, da sempre ha rivestito un ruolo strategico non solo per la Battipaglia ma per l’intera Piana del Sele. Lo stesso Piano Territoriale Regionale aveva, del resto, previsto l’adeguamento dello scalo a terminale dell’alta velocità/alta capacità con fermata della metropolitana leggera di Salerno. Lo scalo ferroviario di Battipaglia aveva, quindi, tutti i requisiti per poter essere immaginato un polo di rigenerazione, d’interesse comunale e d’area vasta, a cui poter ancorare lo sviluppo socio-economico della città.
Se si pensa che l’opera in questione ha visto l’avvicendarsi di diverse “Amministrazioni”, quattro commissari e tre sindaci, di cui l’ultimo in carica, la dott.ssa Francese che sebbene abbia potuto contare sulla continuità del suo mandato, non è riuscita a concludere la fase di esecuzione delle opere ed avviare quella di gestione dell’infrastruttura, sembra davvero che il Centro integrato d’interscambio si candidi a restare l’ennesimo sogno nel cassetto.

La cronistoria
Nel 2007 si dava il via al complesso iter burocratico, puntando sul rafforzamento delle strutture organizzative dell’ente preposte alle attività connesse alla realizzazione degli interventi (programmazione, progettazione, affidamento, esecuzione) e svolgendo tutte le funzioni e le attività di gestione e rendicontazione delegate dalla Regione. Fu predisposto ed adottato un documento di orientamento strategico. Il 23 gennaio 2011 veniva sottoscritto, per la definitiva approvazione del progetto, l’accordo di programma con la Regione Campania. In seguito all’espletamento della procedura di scelta del concessionario, con gara ad evidenza europea di project financing, il 12 dicembre 2012 veniva sottoscritta la convenzione per la concessione di progettazione, realizzazione e gestione del Centro integrato d’interscambio modale per il trasporto delle persone e lavori complementari, dando corso alla realizzazione dell’opera.
Aprendo per un attimo e non senza rammarico una parentesi di attualità, alla sfida intrapresa con il PNRR che ci ha colto in diverse occasioni impreparati, con il mancato finanziamento dei progetti candidati nelle diverse procedure alle quali abbiamo partecipato, sembra che le scelte organizzative dell’attuale amministrazione abbiano volatilizzato e vanificato l’esperienza e le capacità organizzative e gestionali, in tema di fondi comunitari, acquisite dal comune con il Piu Europa.

Le incompiute
Rispetto alla fase di ultimazione dei lavori l’opera è sostanzialmente ferma al 2016 quando, dopo uno stop causato da una problematica amministrativa del concessionario ormai risoltasi, di fatto si è fatto fatica a ripartire. Escluso, infatti, il completamento del parcheggio di via Plava da poco ultimato (la cui recente inaugurazione non ha risparmiato vivaci polemiche, per le modalità di gestione del servizio in capo al concessionario), restano ancora in sospeso le principali opere dei sovrappassi pedonali, ferroviario e viario, ormai ultimati ed ancora non aperti al transito pedonale; il terminal bus ed il parcheggio d’interscambio; il fabbricato di proprietà del concessionario ma con diritto di godimento gratuito perpetuo del comune degli spazi funzionali al terminal bus, la ristrutturazione dell’ex edificio di Ferrovie dello Stato.
Regna l’incertezza sul quando il terminal bus potrà entrare in funzione, momento rispetto al quale occorrerà verificare la sussistenza delle condizioni idonee ad assicurare l’equilibrio economico necessario per una buona gestione e l’effettivo funzionamento del centro, essendo stata l’ultima verifica, sebbene prevista in concessione con cadenza triennale, effettuata nel 2016.

Le prospettive
Se con la metafora visiva “In città i mezzi di trasporto si incontrano nel centro” la stazione ferroviaria, nel suo complesso, perdeva i suoi caratteri di barriera architettonica, trasformandosi in un asse principale intorno al quale far ruotare il piano urbano del futuro, l’ormai prossima, si spera, conclusione della procedura di approvazione del tanto atteso PUC, impone una concreta riflessione sulla effettiva volontà di fare di quest’opera, fedeli al progetto iniziale, l’occasione di sviluppo per una Battipaglia, non più somma delle diverse periferie ma sintesi ed insieme delle sue realtà. La nostra città rappresenta, già per la sua posizione geografica, uno snodo fondamentale nei collegamenti con i comuni a sud della nostra Provincia. Non solo. Realizzare un centro di interscambio e renderlo pienamente funzionale rispetto allo scopo per il quale è stato immaginato, significa rendere Battipaglia punto di connessione anche con l’Università. Inoltre, potendo contare su una struttura come questa, sarebbe possibile delocalizzare alcuni dei servizi ferroviari attualmente concentrati su Salerno. Tutto questo va collocato, ovviamente, in una strategia complessiva che abbia come punto di riferimento anche degli enti sovraordinati, quali Regione e Provincia. Un’infrastruttura diviene sinonimo di rinascita di un territorio, se la sua messa in esercizio passa attraverso il coinvolgimento delle diverse categorie di utenti ai quali si rivolge direttamente: operatori di settore, imprenditori nel ramo dei trasporti, anche capaci di offrire un servizio pubblico locale.

Il ruolo della minoranza
Il dovere di un consigliere comunale, coerente con il mandato elettorale conferito dal popolo, è quello mantenere alta l’attenzione sulle questioni di maggiore rilevanza per la città, nell’ottica di un continuo confronto affinché, nella dialettica costante tra le forze in campo, si possa essere di sprono l’uno all’altro, sebbene la diversità di idee. Il centro integrato di interscambio deve essere il simbolo di una ripartenza e non di un arrivo. Alla parte politica espressione della maggioranza dei consensi i numeri per decidere, per chi come noi è seduto dall’altra parte, l’obbligo di ricordare a chi governa, che chi naviga a vista, dirigendosi verso un orizzonte incerto, non tenendo fermo in mente il suo passato ed il punto d’inizio della sua corsa, non sta mirando a raggiungere alcun traguardo perché non ha futuro.

I consiglieri comunali Liberali e Solidali
Azzurra Immediata e Gaetano Marino

12 marzo 2022 – © riproduzione riservata

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