Quando a Battipaglia si faceva la birra

[di Crescenzo Marino]

Era il 1968 quando la Wührer, la più antica fabbrica di birra italiana, fondata a Brescia nel 1829, aprì uno stabilimento a Battipaglia, alla presenza di Bonaventura Picardi, senatore democristiano di Lagonegro e sottosegretario di Stato per l’industria e il commercio. La proprietà voleva conquistare al sud un nuovo mercato per il suo prodotto in quanto sino ad allora a farla da padrone nelle nostre zone era, tra le bevande alcoliche, quasi esclusivamente il vino. I dirigenti e i tecnici dell’azienda avevano scartato altri luoghi del sud che si erano candidati ad ospitare una loro fabbrica e scelto la nostra città grazie alla qualità della sua acqua e all’impegno del dottor Domenico Vicinanza, sindaco in carica quando cominciarono i lavori di costruzione dell’opificio. Avevano colto nel segno perché, pian piano, la bevanda bionda cominciò ad essere sempre più amata e consumata arrivando ad essere la preferita, soprattutto tra i giovani, ma non solo, del meridione. E così lo stabilimento sul nostro territorio fu il primo birrificio del Sud Italia e nel 1975 divenne Wührer Sud, un’industria che, negli anni del miracolo economico, diede lavoro e benessere ad un centinaio di persone. Nel 1988 la Peroni comprò il marchio Wührer, che era diventato di proprietà dei francesi di Danone e nel 1993 nell’opificio di via Spineta, alla presenza di Rodolfo Peroni, iniziò la produzione, l’imbottigliamento e la commercializzazione della birra Bud in seguito all’accordo con l’Auheser-Bush, primo gruppo al mondo di produttori di birra. Lo stesso anno vennero altresì sperimentate e poi prodotte la Light e la Peroni Gran Riserva, brand top del gruppo, a dimostrazione dell’importanza e dell’alta specializzazione della sede battipagliese.
Ma nonostante ciò nel 1996, quando lo stabilimento Peroni di Battipaglia occupava 52 unità lavorative, che producevano 114000 ettolitri di birra, rispettando così gli obbiettivi prefissati dal gruppo, un improvviso ed ingiustificato trasferimento della produzione della Bud a Padova causò la messa in mobilità di 40 lavoratori. Mobilità giustificata con la promessa di rilancio dell’impianto di Battipaglia ed il mantenimento dei livelli occupazionali. Ma, ahinoi, invece del rilancio arrivò la decisione di chiudere lo stabilimento di via Spineta dal sette novembre del 1996, con la messa in mobilità di tutti i 52 dipendenti. Si svuotavano così per sempre i boccali pieni di bionda schiuma e di futuro e a Battipaglia non rimanevano che cocci di vetro e speranza e una sbornia di rabbia e dolore mai smaltita.

23 aprile 2022 – © riproduzione riservata

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