La rosa, il fiore di maggio

[di Simona Otranto – Erborista]

Rosa L. è un genere di piante che comprende moltissime specie e innumerevoli varietà. La sistematica è estremamente complessa a causa della facilità di ibridazione della pianta. Le rose che crescono spontanee generalmente si attorcigliano in un cespuglio aggrovigliato con rami molto lunghi. In Italia se ne contano circa una trentina di specie. Si definiscono rose antiche. La rosa moderna nasce soltanto nel 1867, anno in cui viene realizzato il primo ibrido di Tea, un incrocio operato dall’uomo a partire dalla delicatissima rosa tea.
La più comune tra le rose antiche è la Rosa canina L., rosa di macchia o selvatica, quella a cinque petali che abbellisce i boschi di tutta la penisola con una fioritura che va dal bianco al rosa intenso. La parte più interessante da un punto di vista terapeutico è costituita dai falsi frutti, i cinorrodi, privati della parte interna. Contengono grande quantità di vitamina C. Anche le foglie, in misura minore, vengono impiegate per tisane leggermente astringenti.
Meno diffusa è invece la Rosa gallica L., rosa rossa o anche detta di Francia. Il fiore è normalmente solitario al termine del rametto e i cauli sono provvisti di due tipi di aculei, spine: gli uni robusti e ricurvi, gli altri dritti e deboli. L’odore molto intenso si sviluppa soltanto dopo il disseccamento. Dal sapore astringente e un po’ amarognolo viene impiegata prevalentemente nel settore dei profumi e in ambito cosmetico. I petali, raccolti proprio in questo periodo, tra maggio e giugno, essiccati all’ombra, hanno proprietà aromatizzanti, digestive, astringenti, antinfiammatorie, lenitive. Custodiscono tannini, quercetina, olio essenziale e acidi organici. In passato era utilizzata per la preparazione del miele rosato antico rimedio per la dentizione. Dalle proprietà astringenti e lenitive, si applicava (e si applica ancora) sulle gengive dei bambini per calmare il prurito e il dolore. Sempre spontanee, che si ritrovano prevalentemente nelle zone montuose di Alpi e Appennini, sono le specie R. glauca, R. pendulina o R.alpina e la R. sempervirens.
Nonostante esistano migliaia di varietà differenti di rose, nei profumi se ne utilizzano soltanto due: la Rosa centifolia o “rosa di maggio” (nella foto) e la Rosa damascena o “rosa di Damasco”, originate entrambe dalla selvaggia rosa gallica. La prima è coltivata a Grasse (Francia) e in Iran; produce soltanto un’assoluta. La damascena è invece coltivata prevalentemente in Bulgaria, tra i Balcani e le montagne di Sredna Gora, in Turchia e in Marocco. Queste due specie garantiscono il miglior rendimento in termini di essenza e di assoluta. L’essenza o olio essenziale si ottiene per distillazione in corrente di vapore; l’assoluta, invece, per estrazione mediante solvente. Questa la differenza.
Curiosità: per estrarre 1 kg di essenza dai petali occorrono dai 3000 ai 4000 kg di fiori! La rosa ha una resa molto bassa in quantità di olio essenziale e questo ne determina i costi estremamente elevati che si avvicinano al prezzo dell’oro!

21 maggio 2022 – © riproduzione riservata

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