Né piccoli né grandi, junior
[di Romano Carabotta]
Leggere gli articoli scritti dai giovani reporter che hanno curato lo scorso numero di Nero su Bianco è stato edificante per almeno tre ragioni.
Innanzitutto, leggere quello che i piccoli redattori hanno scritto, mi ha permesso di rovesciare la prospettiva consueta e guardare la mia città dal punto di vista di chi è già maturo da avere un acuto senso critico, ma ancora abbastanza giovane da non avere quella superba consapevolezza propria degli adulti.
Inoltre, sono grato ai ragazzi di Nero su Bianco junior poiché mi hanno ricordato che non si è mai troppo piccoli per essere ascoltati: troppo spesso si assumono le decisioni che riguardano i più piccoli senza neppure ascoltarli, coinvolgerli o chiedere loro di esprimersi. Eppure, nonostante restino il più delle volte in silenzio, i più giovani hanno tanto da raccontare se soltanto gliene viene data la possibilità.
Infine, mi hanno permesso di tornare, leggendo i loro articoli, a quell’età in cui non si è né piccoli, né grandi, in cui bisogna preoccuparsi di ciò che si dice e non farlo, in cui si può guardare la vita con leggerezza oppure no: e probabilmente questa è la condizione che più di ogni altra consente ad ogni giornalista di scrivere e pensare liberamente.
Grazie, allora, a Francesco per la dedizione, ai ragazzi per questa triplice lezione, all’Istituto Marconi per la disponibilità: come scriveva il direttore, forse davvero “Sto giornale è meglio di quello che esce di solito!”.
16 luglio 2022 – © riproduzione riservata