Sanremo tra sogno e realtà | di Benedetta Gambale

La solita scrivania. Il solito letto. Il solito profumo di caffè. Eppure, quella mattina, tutto sembrava estraneo.
La sveglia come sempre aveva suonato puntuale all’alba, ma anche quel suono non era più lo stesso. Con gli occhi ancora lucidi di sonno si girava intorno alla ricerca di qualcosa di familiare. Era lì, dentro di sé, un’immagine nitida e rassicurante, un posto custode di tante emozioni che per la quarta volta era diventato casa. Sanremo.
Fino al giorno prima, la frenesia e la gioia del Festival della musica italiana avevano scandito le sue giornate. Sette giorni di attività, relazioni e chilometri di corse che neanche un mese intero avrebbe potuto racchiuderli. Dopo il carico di energie mattutino sul lungomare sanremese e il consueto saluto al Teatro Ariston, iniziavano le interviste, le conferenze stampa, le dirette radiofoniche e l’intensa caccia agli artisti.
«Permesso, permesso».
«Sì ho il pass, posso entrare qui».
«Ma chi è quello?”.
«Chi stanno aspettando? Anna Oxa? È impossibile!».
«Tra quanto arrivano gli artisti? Uh ecco Giorgia, devo assolutamente intervistarla! Davvero, c’è anche Mengoni? Permesso, permesso».
Lo “sgomitare” tra la folla era diventato il suo sport quotidiano. Eppure, quello in cui eccelleva era il tetris. Ogni singolo secondo era prezioso per incastrare le più svariate attività. Non aveva una sua preferita, ognuna alimentava i suoi sogni. Proprio questa parola risuonava in continuazione tra le strade della città in cui ogni artista, proveniente da tutti gli angoli del Paese, si metteva in gioco sognando. Non di rado, di corsa per raggiungere Casa Sanremo, l’hospitality ufficiale del Festival, si imbatteva in qualche big… il problema, però, era capire se fosse vero o meno.
«Ma è J-Ax su quel marciapiede?».
«Sì, sembra proprio lui. Andiamo a vedere».
E invece era un sosia che semplicemente sognava di essere il rapper più atteso in questa edizione del Festival. Amata e criticata ma, di certo, quella che ha sancito la vera rinascita di Sanremo e la consapevolezza del desiderio di raccontarsi, del non perdere tempo e dell’essere se stessi. 
Quando le luci del giorno erano ormai basse, si accendevano quelle del piccolo schermo che illuminava il suo volto stanco ma soddisfatto e gioioso. Quello stesso volto che adesso, al termine della settimana sanremese e nella sua camera, era dubbioso a causa di sensazioni contrastanti. 
La felicità, dopo aver fatto assaporare la sua dolcezza, in un battito di ciglia, è solita trasmettere un senso di smarrimento. Eppure, aveva lasciato anche una forte emozione: il coraggio di sognare. Adesso, però, doveva solo diventarne consapevole. 

25 febbraio 2023 – © riproduzione riservata

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