Pirandello al Giuffré

[di Antonio Vacca]

Così è (se vi pare), la celebre opera teatrale di Luigi Pirandello, è stata messa in scena lo scorso 29 aprile, al teatro Aldo Giuffré di Battipaglia, dalla compagnia Avalon, diretta da Gerry Petrosino, che ha anche interpretato il ruolo del genero. 

Come tutti sanno, si racconta di un nucleo familiare che non riesce a darsi pace dell’apparente mistero relativo a una famiglia (marito, moglie e suocera) appena giunto da un’altra regione, dopo essere scampata a un terremoto. 

Tanti i personaggi sulla scena: il segretario della Prefettura, reso con intensità da Claudio Lardo; il consigliere Agazzi, interpretato da Mimmo Di Lascio (factotum del gruppo attoriale); la coniuge, interpretata dalla brava Rossella Cirigliano

Diventa nodale la serie dei chiarimenti (o complicazioni?) affidati all’anziana signora Frola, cui Assunta Marino conferisce le coloriture che conosciamo da decenni, prendendosi la scena, forse con maggior brio rispetto a come ricordiamo quel ruolo. Moglie e figlia di Agazzi (Giulia Sielo e Gerardina Tesauro, forse penalizzate dall’inapparente scarto di età), le amiche Cini e Sirelli (Ilaria Sielo e Simona De Vita, con giusto carico macchiettistico), il Sirelli (Giuseppe Di Pasca), valorizzato da una mise da centauro (belli i costumi di scena!) con un monopattino (vivaddio, ante-bonus) che potenzia l’atmosfera da primi decenni del Novecento nella quale tendiamo a immaginarci Pirandello: non scalfita da qualche nota ottica e musicale di stampo techno. 

Come spesso nel teatro di parola imbastito dalle buone compagnie amatoriali, riescono bene anche i comprimari: il servente con toni da maggiordomo britannico (Michele Barba), un commissario ipercinetico da cabaret (Mattia Bacco) e un prefetto cui l’inossidabile Eduardo Di Lorenzo dà contorni fumettistici. Ed un teatro così pieno. Anzi, pardon, così ci… è parso.

20 maggio 2023 – © riproduzione riservata

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