Sono con te

[di Laura Russo]

Lina guardava l’acqua scorrere e di tanto in tanto la sfiorava per assicurarsi che fosse della temperatura giusta, non troppo fredda… non troppo calda.

Erano gesti quotidiani i suoi, ogni mattina si assicurava che tutto fosse perfetto per Marco.

Avrebbe potuto dare quell’incombenza alla domestica, assunta dai figli per darle una mano, ma non voleva.

Era compito suo prendersi cura di quel corpo tanto amato. Poggiava la bacinella sul piccolo mobile, accanto alle loro foto, abbassava la sbarra del letto e iniziava quel rito mattutino. Lavava delicatamente il suo viso e quegli occhi spenti che un tempo l’avevano guardata con amore.

Ogni parte di quel viso, di quel corpo, era un pezzo d’amore. Le labbra di Marco, quanti baci avevano trovato lì la loro casa, quante volte aveva sfiorato le sue calde guance e quel corpo forte e passionale che un tempo l’avevano fatta sentire donna.

Mentre i suoi gesti si ripetevano automaticamente, la sua mente viaggiava con il suo Marco su quella spiaggia nascosta, dove come folli ragazzini si erano amati e, se chiudeva gli occhi, riusciva persino a sentire l’odore della sua pelle misto alla salsedine.

Immergeva e tirava su quel lino, stringendolo per togliere l’acqua in eccesso e poi passava alle braccia, quelle che mille volte l’avevano stretta a sé. Le mani sottili, scarne, erano un lontano ricordo di quelle possenti con cui Marco la sollevava, alzandola in alto per poi farla scivolare lungo il suo corpo fino a toccare terra con uno dei suoi baci appassionati. No… non poteva permettere a nessuno di entrare nella quotidianità di quei gesti, di quei ricordi condivisi, doveva essere lei a prendersi cura del suo amore.

Marco non la riconosceva più da tempo, la sua voce si era trasformata in un flebile lamento, ma Lina era certa che lui avrebbe capito la differenza, riconosciuto le sue mani da quelle di altre. Spesso durante la giornata si fermava sull’uscio della porta a guardarlo. Chissà se percepiva il mondo circostante, se soffriva o se voleva dirle qualcosa, imprigionato in quel corpo inerme.

Mille pensieri le giravano vorticosamente nella mente. Le ore scandivano lentamente il tempo e la notte arrivava quasi come una liberazione da quel pensare continuo. Il suo animo oscillava costantemente tra il desiderio di stringere a sé Marco e il pensiero di scappare via, di non vedere quel letto, quei tubi uscire dal suo corpo, di non sentire quell’odore misto di disinfettante e farmaci incollato addosso come una seconda pelle.

Il solo pensarlo era un doloroso cruccio che la faceva sentire terribilmente in colpa. Lo viveva come un tradimento nei confronti di Marco, si incolpava per questo orribile desiderio, per poi assolversi pensando che era solo frutto della stanchezza. 

Infine zittiva quel mormorio continuo nella sua testa e si avvicinava a Marco, lo baciava sulla fronte, e gli sussurrava all’orecchio: «Sono con te amore mio… ti amo».

17 giugno 2023 – riproduzione riservata

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