Quando la forma è sostanza

[di Francesco Bonito ]

Spesso si è portati a considerare forma e sostanza come concetti dicotomici. Spesso è utile scindere la forma dalla sostanza per comprendere un comportamento, per valutare le reali intenzioni di qualcuno, per interpretare situazioni apparentemente contraddittorie. Spesso viene privilegiata la sostanza, anche nei luoghi comuni o nei motti, invitando a far prevalere la prassi sulle dichiarazioni: “predica bene e razzola male” è un esempio tra i tanti. Spesso, ma non sempre. 

Esistono, infatti, situazioni e contesti nei quali, invece, la forma è sostanza. La prima categoria, il primo ambito nel quale ciò accade è l’educazione. O si è educati o non lo si è; non si può essere formalmente maleducati ma sostanzialmente educati. Chiudendo la divagazione e tornando al punto, sono diversi i contesti nei quali forma e sostanza sono indivisibili: nei riti, per esempio. Pensate alla messa. Ma ci sono anche eventi non religiosi, istituzioni laiche, che prevedono una ritualità, un codice (scritto e non scritto) che prescrive le procedure e le forme che ne rappresentano l’essenza e che conferiscono autorevolezza al luogo, alla funzione svolta e ai protagonisti. Si potrebbe dire che non esiste istituzione senza ritualità, senza rispetto di una forma che è per definizione anche sostanza (pensate alla monarchia, al parlamento, ai procedimenti giudiziari, alle cerimonie solenni), a tal punto che istituzione, persone e funzione svolta dovrebbero fondersi in un unico organismo che si distingue per autorevolezza. 

Tra queste istituzioni “autorevoli” c’è, al pari del parlamento nazionale, il consiglio comunale (è così evidente che spesso viene scritto con l’iniziale maiuscola). Come nelle altre istituzioni, in consiglio comunale la forma non può essere distinta dalla sostanza. Mai, in nessun caso. Altrimenti l’autorevolezza evapora, la credibilità vacilla, il rispetto per il prestigioso ruolo di rappresentanza attribuito ai consiglieri viene irrimediabilmente compromesso. Osservare le regole dell’istituzione – prima fra tutte il rispetto degli interlocutori – è l’essenza di una funzione da svolgere se non con autorevolezza almeno con dignità ed educazione.

23 settembre 2023 – © riproduzione riservata

Facebooktwittermail