La sindrome del nido vuoto

[di Anna Cappuccio – psicologo*]

Nel rapporto genitori-figli c’è il tempo dell’accudimento e il tempo della separazione. Nonostante il distacco dei figli sia legato a un naturale e salutare percorso evolutivo, il loro andare via dalla casa genitoriale, il loro allontanamento dalla famiglia di origine può causare nei genitori quella che viene definita sindrome del nido vuoto. È uno stato di afflizione e tristezza che a volte assume caratteristiche simili a un sentimento luttuoso, una mescolanza di un senso di vuoto e nostalgia di tempi andati che insorge quando la casa diventa vuota e silenziosa. La sindrome del nido vuoto sembra essere alimentata dalle difficoltà a superare il dolore per la separazione dei figli, pur essendo felici dell’autonomia che questi stanno realizzando.

Pur coinvolgendo entrambi i genitori, sembra che siano le donne a risentirne maggiormente. Questa differenziazione, però, non è legata a una questione di genere, ma piuttosto al coinvolgimento nel rapporto con i figli. Infatti, il senso di tristezza assume toni più marcati nel genitore che ha scelto di non lavorare e che, quindi, si è concentrato in modo assolutizzante sull’accudimento dei figli, non coltivando interessi propri e trascurando la propria individualità. Inoltre, sembra che la sindrome del nido vuoto insorga quando il rapporto coniugale è molto conflittuale o, al contrario, estremamente evanescente. Questo vuol dire che nel tempo, per motivazioni svariate, la coppia coniugale è andata disgregandosi lasciando spazio unicamente alla coppia genitoriale e che il rapporto affettivo è stato progressivamente subordinato alla crescita dei figli. In questa situazione la crescita e l’andare via di casa da parte dei figli fa sì che la coppia si trovi senza quelle motivazioni che l’hanno tenuta unita fino a quel momento. Venuta meno la necessità di confrontarsi su questioni e problematicità riguardanti i figli, i coniugi si ritrovano a non avere argomenti di conversazione. Ci si accorge che al di fuori del ruolo genitoriale, si ha difficoltà a riconoscersi e a ritrovare quelle motivazioni e quei desideri che anni prima li avevano spinti a formare una famiglia. 

Non avendo condiviso aspetti di sé negli anni della crescita dei figli, ci si ritrova estranei e sconosciuti. Può emergere, allora, una crisi di coppia che altro non è che il risultato di conflitti elusi e mai risolti. La crisi, però, può essere superata tornando a mettere al centro dell’attenzione la coppia, sostenendosi reciprocamente per superare il senso di vuoto e di mancanza. È molto importante anche dare nuovo spazio alla socializzazione, vedere vecchi amici e coltivare interessi e desideri accantonati in passato per mancanza di tempo. Scoprire che si esiste come coppia e non solo come genitori, può aiutare a superare le difficoltà del momento, a ritrovare una nuova intimità ancora vitale e a scoprire significati di vita nuovi e ancora inesplorati.

*psicologo clinico, psicoterapeuta

23 settembre 2023 – © riproduzione riservata

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