Influenza e covid, ospedali sotto stress

[di Stefania Battista]

Posti letto introvabili, pronto soccorso in affanno. Personale costretto a turni massacranti. Pazienti in attesa di ricovero che hanno stazionato giorni nei pronto soccorso o addirittura in barelle nei corridoi. Una situazione da incubo quella vissuta tra la fine dell’anno e l’Epifania nei due maggiori ospedali della Piana del Sele. 

A scatenare l’emergenza la concomitanza tra influenza stagionale, quest’anno particolarmente aggressiva, e una nuova ondata di covid. Negli ospedali di Battipaglia ed Eboli il personale presente si è prodigato al massimo per tentare di arginare l’emergenza. Un’emergenza che si teme non sia terminata perché, secondo gli stessi medici, il picco influenzale è atteso per metà gennaio. Di certo la situazione ha dimostrato plasticamente, se mai ve ne fosse il bisogno, che non solo due ospedali per la Piana del Sele sono necessari, ma che i posti letto attuali e il personale in servizio non è sufficiente.  

Per non parlare del servizio d’emergenza medica del 118 che, subissato di chiamate, ha avuto enormi difficoltà per smistare i pazienti presso i nosocomi, proprio a causa della carenza di posti letto. Molti sono stati dirottati altrove, in altri ospedali della provincia, lontano dalle famiglie e dalle città di residenza. E quando le ambulanze giungevano dinanzi al pronto soccorso erano costrette ad attendere a lungo prima di poter “scaricare” i pazienti. Sia a Eboli che a Battipaglia. In corsia sono finiti soprattutto anziani. Ma, come ci è stato spiegato, anche i giovani non sono stati risparmiati.

«L’uso continuo delle mascherine fino allo scorso anno ha evitato – ha chiarito il dottor Damiano Capaccio, pneumologo dell’ospedale di Eboli – il contagio da influenza, e quest’anno ci siamo ritrovati tutti, proprio per questo motivo, con le difese immunitarie più basse. L’influenza più aggressiva ha così avuto gioco facile. Poi si è aggiunto il covid… Le feste natalizie con le riunioni familiari. Insomma, c’erano tutti i fattori per causare un’emergenza. Speriamo che passi presto perché con la riapertura delle scuole la situazione potrebbe peggiorare». 

Ore di attesa anche per i familiari, lasciati senza notizie non per mancanza di umanità, ma per le difficoltà nel soccorrere tutti ed effettuare i controlli medici necessari. Tra l’altro, a complicare le cose, come spiegato da un altro sanitario, il fatto che questa forma di covid si “nasconde” al tampone per circa due o tre giorni, ma nel frattempo contagia. Così i test, capita la situazione, sono stati ripetuti a raffica per evitare che il virus continuasse a diffondersi anche nelle corsie. Insomma un inizio anno davvero difficile per la sanità della Piana del Sele.  

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