Il pane quotidiano di Vincenzo

[di Paola Letteriello]

Ti accoglie con il suo sorriso buono, Vincenzo. Mostra le sue mani in pasta e, senza parlare, con quegli occhi verdi, trasmette la sua passione, quella per il forno, per il pane, quella che aveva sin da bambino. 

Quella passione che il 3 dicembre scorso, anche grazie al sostegno della comunità del centro storico di Eboli, è diventata il sogno che si tocca con mano: Il Forno di Vincenzo, forno sociale di comunità, che sforna pane prodotto con i preziosi grani antichi e lievito madre, nel cuore di Eboli, in piazza Dogana. 

Il capo panettiere è proprio lui, Vincenzo Bardascino, 31 anni, affetto dalla sindrome della X fragile, una rara condizione genetica ereditaria, che determina disabilità cognitiva e difficoltà relazionali. Vincenzo, con tenacia, determinazione e col sostegno della famiglia, ha realizzato il suo sogno, grazie alla sua instancabile volontà e al sostegno di quanti hanno voluto essergli vicino: l’associazione Il forno di Vincenzo, l’Università popolare per la qualità di vita, il Comune di Eboli che ha messo a disposizione i locali e, con entusiasmo, l’intera comunità ebolitana. Il forno, aperto da più di un mese, lavora quotidianamente a pieno regime; un primo traguardo è stato raggiunto, ma è solo il punto di partenza di un percorso ancora lungo, per il raggiungimento di altri ambiziosi obiettivi.
Vincenzo ha le mani grandi che trasmettono energia al suo pane sano, buono e che diffonde il suo profumo nel centro antico; il pane entra nelle case, sulle tavole e nelle locande del territorio salernitano, è un pane speciale, ha un sapore unico ed esprime il valore d’amore e fratellanza, di semplicità e familiarità. Su ogni panella da infornare Vincenzo segna la sua “V”, simbolo di genuinità, di valori che hanno conquistato maestri come Gabriele Bonci, uno dei più importanti pizzaioli al mondo, e Valentino Tafuri, eletto pizzaiolo emergente d’Italia (entrambi hanno lavorato con lui, fianco a fianco).

La storia di Vincenzo ha meritato l’attenzione dei media provinciali e regionali; ma, ancora di più, ha conquistato il cuore delle persone divenute sostenitrici del forno di comunità, come Mariagrazia, che ci ha detto: «Oggi per me è stato Natale, le due ore trascorse nel forno mi hanno fatto bene al cuore. Ho assistito ad abbracci tra padre e figlio ad ogni panella sfornata. Cercavo la semplicità, l’umanità, il calore di uno sguardo. Lì ho trovato tutto. Oggi ho incontrato Gesù».

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