Il rottam-attore

[di Ernesto Giacomino]

In linea con le più disperate previsioni degli economisti sulle possibilità di ripresa economica, quest’ultimo maggio battipagliese, ne si converrà, è stato il mese dei crolli. Crollo della stima nei confronti del sindaco, crollo della reputazione della città, crollo del consiglio comunale e crollo dei relativi apparentamenti convenzionali e convenzionati. E, alla fine, pure il crollo delle accuse: tanto che il video dell’arresto di Santomauro che girava imperioso in internet – con le volanti riprese in romantica paranza già dall’autostrada – sarà ritoccato col Movie Maker e svenduto alla De Filippi per una puntata di “C’è posta per te” (basterà sfuocare le pettorine della Dia e spacciarle per quella di Maurizio il postino).

Risultato: completo, perfetto, consueto stallo politico. Disagio dei cittadini, goduria della stampa, imbarazzo delle istituzioni. All’inizio, almeno: poi, pian piano, s’è cominciata ad annusare in giro questa voglia di nuovo, di pulito, di immacolato, di gente finora fuori dai giochi che avesse voglia e fegato di rimetterci la faccia e provare a ricominciare. E quindi, com’è già successo a Roma con le elezioni del Presidente (in cui la determinazione al cambiamento s’era incarnata nel faccione pacioso di un giovane militante del Pd, Romano Prodi), pure qua l’autocandidatura a Sindaco per il prossimo governo cittadino è recentemente arrivata da un insospettabile novizio del settore: tal Fernando Zara. Un nome e un cognome che ai più non dicono niente, trattandosi di persona finora tenutasi costantemente fuori dalla politica. Quei pochi che lo conoscono, al massimo parlano di un brillante studente in odontoiatria con qualche recente, occasionale militanza di destra (ovviamente, nella fazione più moderata, tollerante e progressista dello schieramento).

Sicuramente farci governare da un esordiente rappresenterebbe un’incognita, ma già nella prima conferenza stampa della sua carriera (nonostante il chiaro impaccio di fronte ai giornalisti, non essendo abituato a questa forma di esternazione) il candidato ha mostrato di avere le idee piuttosto chiare. Nei confronti delle vicissitudini di Santomauro, per dire, ha usato bastone e carota: solidale con lui contro gli arresti preventivi (detto con una veemenza da brividi, come fosse riuscito a calarsi nei suoi panni), ma infuriato per quel fatto che facesse sesso in ufficio (bravo: non si utilizza il Palazzo Comunale a fini personali). Addirittura, qualcuno riporta che – mutuando il pensiero di alcuni oppositori di un altro sindaco illustre – abbia pure espresso dubbi circa le effettive capacità di discernimento dell’interessato.

Altro dito puntato, poi: quella cultura degli sprechi che ha voluto vedere la crescita battipagliese nell’edificazione piuttosto che nello sviluppo delle risorse naturali del territorio (e qua non c’è stato tempo, altrimenti qualche parolina al vetriolo su quell’obbrobrio costosissimo della nuova piazza Aldo Moro l’avrebbe sicuramente detta). E concludendo – amarus in fundo – l’annosa questione delle municipalizzate Alba e Nuova (ex Albanuova, nevvero), oggi al collasso perché in credito di soldoni verso il Comune (il che significa che il Comune non s’è mai potuto permettere di mantenerle, fin dalla nascita: ma lui non ha voluto dirlo per clemenza, per non rigirare troppo il dito nella piaga).

E allora, che dire: sarebbe il caso di farci un pensierino, su questo candidato neofita. Inesperienza a parte, chi non vorrebbe essere governato da un sindaco così?

6 giugno 2013 – © riproduzione riservata

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