Un incarico inconferibile?

[di Carmine Landi]

Un’italica prassi: si costituisce un consorzio intercomunale senza stanziare adeguate retribuzioni per i suoi vertici, non si trova nessuno disponibile a dirigerlo, e si conferisce l’incarico di presidente a un sindaco o a un assessore pescato tra le giunte coinvolte. Senz’andar troppo lontano, accade pure nella valle dell’Irno, dove di recente Gianfranco Valiante, sindaco decennale di Baronissi, ha deciso di non ricandidarsi alle amministrative e, all’indomani delle elezioni, ha rassegnato le dimissioni da presidente del Cda dell’azienda consortile sociale. Succede a Battipaglia, dove il numero uno di Tusciano solidale, il consorzio che fa capo al Piano di zona S4_01, guidato dalla capofila e composto da Bellizzi e Olevano sul Tusciano, è Francesca Giugliano, assessore alle Politiche sociali all’ombra del Castelluccio. Duplice incarico. Inconferibile, in linea di massima, a detta dei vertici dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, che lo scorso anno, in un caso analogo, s’espresse per il “non s’ha da fare”.

Per questo i consiglieri d’opposizione Azzurra Immediata e Gaetano Marino (Liberali e solidali), Luigi D’Acampora (Pd) e Maurizio Mirra (Civica Mente) hanno presentato un esposto all’Anac, lamentando la presunta incompatibilità della Giugliano: «Ristabilire la legalità violata», è l’appello. In Consiglio Francesca Giugliano parlò di «duplicati di competenze che non possono esistere, ma semplicemente perché in questo momento si stanno producendo atti fondamentali». E la sindaca Cecilia Francese aveva riferito che l’assessore aveva accettato la nomina solo provvisoriamente e dietro incessante pressione da parte della prima cittadina.

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