Valutazioni e buoni pasto: in Comune è scontro

[di Carmine Landi]

Autunno caldo fuori. Rovente dentro gli uffici comunali. I fronti aperti sono molteplici, tanto da arrivare a proclamare lo stato d’agitazione, che implica il blocco del lavoro straordinario. I dipendenti lamentano le promesse disattese da parte della sindaca Cecilia Francese, che s’era impegnata all’erogazione degli istituti fissi continuativi e del 60% della performance individuale. Garanzie rimaste su carta. E sul tavolo di raffreddamento in Prefettura. La delusione ha portato all’adozione di misure drastiche: divieto di straordinari in tutti i settori, polizia locale inclusa, e annunci di vertenze individuali.

A rinfocolare il clima di tensione ci sono il “pagellone”, ossia la relazione sulla performance dei settori comunali, e le correlate “pagelle”, le schede individuali d’ogni dipendente relative al 2023. Il “pagellone” è stato approvato irritualmente dalla giunta, perché la relazione non è corredata dell’obbligatoria analisi degli obiettivi a cura del Nucleo di valutazione, che ha deciso di non esprimersi finché il Comune non controdedurrà alla famigerata relazione degli ispettori del Mef. Tra i punti contestati, infatti, c’erano pure le valutazioni del personale, giudicato sulla scorta di obiettivi ritenuti blandi e ordinari. Visto che il ciclo della performance è incompleto, i dirigenti comunali hanno clamorosamente deciso di bloccare i concorsi interni per i 29 posti previsti dal Piao, il Piano integrato di attività e organizzazione. Tra i parametri di valutazione degli aspiranti alle progressioni verticali (promozioni, tradotto dal “burocratese”), infatti, ci sono le “pagelle” dell’ultimo triennio. Ancora sub iudice, però. E contestate, come nel caso della polizia municipale: almeno cinque vigili hanno attivato le procedure conciliative (una contestazione interna, una sorta di premonizione della causa di lavoro), lamentando d’essere stati valutati dal solo generale Fausto Ciriaco Troisi per tutto il 2023, pure se l’alto ufficiale è stato al comando esclusivamente negli ultimi 40 giorni dell’annata controversa.

Anche il tema delle “pesature” dei dirigenti, ossia la determinazione dei compensi in base al grado di responsabilità, alimenta la conflittualità. La giunta ha ridisegnato le fasce di retribuzione, dividendo i dirigenti in tre livelli: la fascia A, che comprende Carmine Salerno e Giuliano Caso, beneficia di un compenso annuo di 41.500 euro; la fascia B, con Ernesta Iorio e Carmine Salerno (anche delegato al governo del territorio), di 31.619 euro; infine la fascia C, a cui appartengono Anna Pannullo e Fausto Troisi, percepisce 25.690 euro. La dirigente Pannullo ha espresso parere contrario alla delibera, contestando i criteri adottati per la nuova graduazione. Il segretario generale Maiorino ha giudicato infondate le obiezioni, ma il malcontento della dirigente è rimasto e ha preso forma in un parere sfavorevole al provvedimento che proprio lei, nelle vesti di capo del settore amministrativo, s’era vista costretta a proporre. Infine c’è la guerra dei buoni pasto e delle indennità: attenendosi a una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la Cisl pretende che siano elargiti pure nel corso delle ferie.

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