L’erba dello stomaco
[di Simona Otranto – erborista]
L’enula campana, Inula Helenium L., è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Cresce spontanea un po’ ovunque nel sud Italia, presenta fiori gialli dorati e un grosso rizoma carnoso ramificato che costituisce la parte della pianta ad uso medicinale. Si raccoglie durante il riposo vegetativo, da piante di almeno due o tre anni, tra ottobre e novembre o in marzo-aprile, si pulisce eliminando terra e radichette laterali e si taglia in pezzi. La radice è bruna all’esterno e biancastra dentro, ha un forte odore aromatico e sapore amaro. Contiene in prevalenza inulina, elenina e olio essenziale. Per le sue caratteristiche è stata sempre molto stimata e usata in medicina, da Dioscoride a Galeno fino quasi ai nostri tempi, per i disturbi dei polmoni e dello stomaco. Oggi è caduta nell’oblio in attesa di essere riscoperta e rivalutata.
L’enula ha proprietà bechiche, tossifughe, anticatarrali, antisettiche urinarie, coleretiche, diuretiche, antipruriginose. In particolare, l’elenina calma la tosse, modifica la secrezione bronchiale, ha azione disinfettante e favorisce l’espettorazione. Ha, inoltre, proprietà fluidificanti e stimolanti della produzione di bile. Aumenta la diuresi, ottima come tonico stimolante e aperitivo. Questa pianta è anche conosciuta nella tradizione popolare come “erba dello stomaco”. Le sue radici, infatti, erano molto impiegate nel trattamento dell’acidità, nelle dispepsie o difficoltà digestive, per il dolore e il gonfiore. Veniva consumata in polvere oppure per macerazione in vino.
Un altro utilizzo era quello contro i vermi intestinali: per le proprietà vermifughe era somministrata anche ai bambini. Si impastava, inoltre, con la farina per la produzione di pane per diabetici. L’efficacia era legata alla presenza di inulina, una fibra solubile che oggi, grazie ai numerosi studi scientifici a riguardo, sappiamo abbassare l’indice glicemico e ridurre l’assorbimento a livello intestinale dei carboidrati.
Per uso esterno era un rimedio classico contro i pruriti, gli eczemi e le irritazioni in genere. Erano sufficienti delle applicazioni di compresse di garza imbibite di decotto per risolvere piccoli disturbi della pelle. Di altrettanto facile realizzazione era la preparazione dell’unguento di enula con l’ausilio di sugna di maiale. Rimane oggi l’impiego, in forma di tisana, come erba coadiuvante nelle ricette per il trattamento della tosse e dei disturbi dello stomaco. Strumento prezioso dei pochi, forse ultimi, sapienti erboristi.
16 novembre 2024 – © riproduzione riservata