Commercio, serve una svolta

[di Stefania Battista]

Una città assopita. In attesa, ma disillusa. È questa l’impressione generale che trasmettono i tre rappresentanti delle associazioni di categoria dei commercianti: Patrizia Melella di Confesercenti, Lucia Ferraioli di Rinascita e Massimo Sorvillo di Confcommercio. Diverse le gradazioni del giudizio, ma sconfortante il quadro generale. Li abbiamo sentiti tutti e tre, queste le loro risposte.

Partiamo dal recente insediamento del nuovo assessore. Elia Frusciante ha già ricoperto il ruolo di assessore al commercio, sarà più facile avviare un confronto? 
«I confronti del passato non sono serviti a granché», risponde Lucia Ferraioli. 

Ma all’incontro convocato dal neoassessore c’era solo Patrizia Melella. 
«Sono andata per cortesia. Ma la sala vuota era di per sé una risposta. Purtroppo i commercianti battipagliesi sono delusi, anzi disillusi».

Qual è il problema principale? 
«La sicurezza!», rispondono all’unisono tutti e tre. «La mancanza di programmazione e di visione», aggiungono Ferraioli e Melella. A convincerli del contrario non è bastato né un calendario degli eventi natalizi condivisi tra l’assessore agli eventi (Pietro Cerullo) e quello al commercio (Elia Frusciante), né il recente Consiglio comunale sulla sicurezza e i provvedimenti presi dalla Giunta in materia.

«Non capisco come possa funzionare un Daspo urbano. Allontani qualcuno dalla città e come ti assicuri che non ci torni? – commenta Melella – E poi con i minori? Risse e zuffe sono all’ordine del giorno a tutte le ore ormai. Sono vere e proprie bande, ubriache e armate. E gli extracomunitari irregolari? Che non sai neppure dove alloggiano e come sopravvivono?».

Non può essere sempre e solo colpa degli stranieri… 
«No. Ma la città è rimasta ferma a vent’anni fa, se non di più – spiega Ferraioli – e ora sta andando addirittura indietro. Già allora si diceva che c’erano più negozianti che abitanti e che bisognava evitare i centri commerciali troppo vicini alla città. E invece sono aumentati sempre più, accompagnati da ipermercati e supermercati.  Poi i residenti sono diminuiti. Nel frattempo non si è fatto nulla per rendere il centro città più attrattivo, diverso, accattivante. E così le attività commerciali stanno scomparendo. Soprattutto quelle di un certo livello, di qualità, o artigianali. Le poche che ancora ci sono resistono a fatica».

Massimo Sorvillo rincara la dose. «Hanno compiuto furti pure a viale De Crescenzo – aggiunge il presidente di Confcommercio – che prima era una zona tranquilla. Benzinai, tabaccai… tutti si sentono nel mirino. È il primo problema da risolvere. Poi noi siamo a disposizione per un confronto, per una programmazione congiunta».

Cosa potrebbe e dovrebbe fare l’amministrazione comunale? 
«Programmare. Occorre una visione della città – sottolineano Melella e Ferraioli – Se prima era una città commerciale ora cos’è o cosa deve diventare? La gente va via, soprattutto i giovani. Anche via Italia non è più frequentata. Hanno rifatto l’illuminazione. Bene. Ma questi led in centro non fanno abbastanza luce, occorre potenziarla». 
E girando lo sguardo noti che persino gli adulti percorrono la piazza frettolosamente, senza fermarsi. Come stessero scappando. 

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