Sansificio, uno stop a tutela della salute pubblica
[di Carmine Landi]
La caratteristica nube di fumo che di questi tempi si levava dall’impianto della Sios, il sansificio affacciato sulla Statale 18, quest’anno s’è dissolta. Non nel nulla, ma nel decreto di sequestro preventivo della linea produttiva disposto dalla Procura di Salerno, e convalidato dal gip, all’esito delle investigazioni degli agenti della polizia municipale di Battipaglia e dei tecnici del servizio ambientale dell’Ufficio tecnico municipale. Il provvedimento, confermato dal giudice Pietro Indinnimeo su richiesta del pm Elena Cosentino, mira a scongiurare “la protrazione o l’aggravamento delle conseguenze del reato”. Le accuse principali riguardano lo sversamento di acque reflue industriali non autorizzate e la potenziale contaminazione del terreno. I risultati dei prelievi effettuati il 3 dicembre scorso dall’ingegnere Anna Carrafiello e dall’architetto Angela Costantino, funzionarie ambientali del Comune, hanno evidenziato livelli di inquinanti ben oltre i limiti di legge: il ferro, ad esempio, supera di 12 volte il tetto consentito, mentre la presenza di cloruri, fosforo e altre sostanze inquinanti è risultata fuori scala. L’odore nauseabondo dei reflui, associato a tracce di metalli pesanti e un pH alterato, ha fatto emergere il rischio di danni indiretti alla salute umana e all’ambiente. Tra le criticità, anche uno scarico attivo in fognatura, non contemplato nell’ultima autorizzazione del 2019, e problemi strutturali: il capannone di stoccaggio presenta una falla che ha consentito il deflusso di residui oleosi verso la rete pluviale. Inoltre, l’impianto di depurazione delle acque di prima pioggia è stato trovato in condizioni tali da mettere in dubbio la sua funzionalità. L’intervento è stato condotto dalla polizia locale e dalle funzionarie ambientali su disposizione del dirigente tecnico Carmine Salerno e indirizzo della sindaca Cecilia Francese, in seguito a numerose segnalazioni di emissioni odorigene moleste, soprattutto dai rioni Taverna, Schiavo e Sant’Anna.
La stessa prima cittadina ha ribadito la linea dura del Comune: «Non consentiremo mai attività in spregio alle norme a tutela di salute pubblica e ambiente. Tolleranza zero». Intanto, il proprietario dello stabilimento, Angelo Maria Malandrino, è indagato per scarico non autorizzato di acque reflue industriali. I funzionari municipali hanno anche chiesto, senza successo, l’accesso ai verbali di un’ispezione regionale condotta dall’Arpac, che potrebbe fornire ulteriori dettagli sulle emissioni in atmosfera. Il sansificio, da anni criticato dai residenti, resta bloccato. La difesa potrà rivolgersi al Tribunale del Riesame, ma il gip ha sottolineato la gravità delle irregolarità e il rischio ambientale, suffragato dai dati analitici e dalla documentazione fotografica raccolta durante i sopralluoghi.
18 gennaio 2025 – © riproduzione riservata