Leggere nell’anima
[di Annalisa Giancarlo]
Da quando ho iniziato ad appassionarmi alla letteratura, e alla poesia in particolare, ho sempre avuto lo stesso identico pensiero: il grande poeta è colui che riesce a rendere la parola universale. E se dovessi scegliere un aggettivo per definire al meglio il libro di Laura Russo utilizzerei proprio l’aggettivo universale.
Nelle sue pagine possiamo trovare la storia di Laura, ma anche la storia di ognuno di noi. Nelle sue poesie possiamo riconoscere la profondità e la durezza delle poesie sulla donna di Alda Merini, finanche l’idea di Montale sulla natura umana destinata a soffrire se non si eleva alta e indisturbata come il falco su “il male di vivere”.
Il libro inizia subito con una lirica intensa che dà il titolo all’opera stessa, Versi d’ossigeno in cui le parole diventano “bolle d’ossigeno dove poter respirare” e trovare pace.
L’opera continua affrontando la problematica più grossa della società contemporanea: il non vivere. L’autrice ci invita a fermarci, a respirare, a godere delle piccole cose che danno attimi di felicità: simboli, parole, oggetti, amori che rischiano di essere dimenticati per i malati di Alzheimer cui viene dedicata una meravigliosa poesia.
Una lirica intensa è Cicatrici: rappresenta la vita di una donna che, colpita più volte dal dolore, dal lutto, dalle delusioni, riesce a conservare la dignità di essere meraviglioso, con una forza e un coraggio che gli altri non possono fare a meno di ammirare, perché come scrive Laura le cicatrici donano “una dorata corazza”.
Laura Russo affronta le tematiche dell’amore, della violenza sulle donne, della guerra e con rara delicatezza parla anche di autismo. In Geloso compagno e in Io prode guerriero descrive chiaramente sia il punto di vista del bambino autistico che le difficoltà della società che non riesce a comprendere il suo modo di essere, di pensare e di esistere in questo mondo.
Ricordi e profumi indelebili sono presenti nei racconti Il cappotto e Manotermometro, oltre che nella struggente poesia Ti ho cercata; e non mancano anche riferimenti alla storia locale, come nella poesia dedicata alle “tabacchine” battipagliesi. Per concludere con la poesia dedicata ai figli.
31 gennaio 2025 – © riproduzione riservata