Il contesto in cui avvenne la scomparsa del sindaco Rago

[di Ubaldo Baldi]

La presentazione a Battipaglia, nella sala Silvio Petrone della BCC, della nuova edizione del libro di Massimiliano Amato, Il sindaco desaparecido, mi ha stimolato alcune riflessioni, quasi delle note a margine agli interessanti interventi dello stesso autore, di Gianni Cerchia, Antonio Manzo e Gabriele Bojano.
La scomparsa del sindaco Lorenzo Rago nel 1953 catapultò una cittadina da poco uscita dalle distruzioni materiali e morali della guerra sulle prime pagine dei quotidiani nazionali, rappresentando un’ulteriore lacerazione del fragile tessuto collettivo. L’autore, nel ripercorrere la vicenda, elenca le varie ipotesi per risolvere un enigma che, a distanza di settant’anni, rimane un delitto senza cadavere, né colpevoli.
Anche se non si conosceranno mai né l’autore (o gli autori), né il movente del delitto, ci sentiamo di contribuire a descrivere i contorni profondi della vicenda. È certo che fanno da sfondo al fatto le profonde trasformazioni dell’assetto geopolitico e dei modi di produzione e accumulo capitalistico nel paese al centro della Piana del Sele.  Il fascismo aveva puntato molto su quel territorio che tra fine ’800 e primi anni del ‘900 aveva visto l’affermarsi del latifondo alla base di attività aziendali proprie di grandi famiglie di agrari. Sarà la “bonifica” a dare una spinta allo sviluppo industriale nelle campagne della Piana, portando il fascismo ad essere strumento del formarsi di un sodalizio politico economico nuovo, tra il vecchio blocco agrario liberale – passato indenne al fascismo – e una emergente proprietà borghese, che si baserà sul binomio investimenti pubblici-interessi privati.
Da questa commistione che nasceranno le industrie del tabacco, quella casearia, quella conserviera e altre.
Ma la guerra spariglia le carte, non certo per il blocco storico dominante che anche questa volta passa indenne nei “nuovi” assetti democratici. La ricostruzione industriale post bellica sarà possibile anche grazie alla intensa ondata d’immigrazione interna (dalle zone della media collina cilentana e dianese) che darà impulso al nuovo business del cemento, in un contesto di carenza o inosservanza di regole urbanistiche. Sono anni in cui si agitano anche i movimenti per la Riforma agraria, sostenuti dai partiti e dalle organizzazioni sindacali di sinistra.
Ma per comprendere meglio il contesto nel quale matura la scomparsa del sindaco Rago, bisogna tornare indietro di qualche decennio, al formarsi delle grandi proprietà terriere e di quella neoborghesia agraria e industriale. Un periodo nel quale si genera un humus violento, dove spadroneggiano prevaricatori, caporali, sfruttatori del lavoro bracciantile e salariato, a volte veri e propri apparati mafiosi. È in questo diffuso ma poco apparente contesto “violento”, che è stato possibile il verificarsi dell’omicidio/scomparsa di Lorenzo Rago.

Nella foto: Massimiliano Amato

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