Da 25 anni con i più deboli
[di Francesco Bonito]
Tra le personalità che quest’anno hanno ricevuto il premio Tu es Petrus, ideato da Gianluca Barile, c’è una donna che da un quarto di secolo si spende in favore delle persone in difficoltà. Parliamo di Lorenza Lupaldi D’Alessio, conosciutissima in città per aver ideato e realizzato Una Casa per la Vita, la struttura che accoglie ragazze madri e minori in difficoltà, ospitata nell’edificio che un tempo fu l’asilo Oscar Pastore.
Presidente, un premio a lei, ma anche un riconoscimento all’attività della onlus che presiede.
«Certamente. Da oltre venti anni con l’associazione Una Casa per la Vita offriamo una casa, ma soprattutto calore umano e “accoglienza” ai minori allontanati dalla famiglia e alle donne con bambini che si trovano temporaneamente senza alloggio e in grave difficoltà nel garantire l’accudimento, il mantenimento e l’educazione dei propri figli. Grazie al lavoro quotidiano di una equipe preparata e motivata siamo riusciti a incidere sul futuro di centinaia di ospiti della nostra casa di accoglienza, dando loro opportunità migliori rispetto a quelle che il destino sembrava offrire».
In che modo?
«Nel caso dei minori la finalità è quella di ottenere il rinserimento e l’integrazione sociale nel proprio contesto di riferimento familiare e territoriale; altre volte, di prepararli a un successivo procedimento di affidamento o di adozione. Diverso l’aiuto offerto alle donne, gestanti o madri con bambini: in quel caso l’obiettivo è porre in atto interventi educativi di sostegno che consentano alle stesse una più consapevole acquisizione del ruolo genitoriale, funzionale al perseguimento di una autonomia nella gestione della quotidianità».
Dove trova le energie necessarie per seguire la “Casa” e gli altri progetti della onlus che presiede?
«Ovviamente non potrei riuscirci da sola. Fin dall’inizio, 25 anni fa, ho avuto sempre il sostegno di mio marito. Dal 2003 (anno di apertura della Casa d’accoglienza, ndr) operiamo come un team: vi è un organico composto oggi da diciotto risorse che operano con professionalità e completa dedizione, sotto la saggia guida di padre Ezio Miceli, direttore generale della struttura e socio fondatore della onlus, che non ringrazierò mai abbastanza. Senza di lui sarebbe stato impossibile raggiungere gli obiettivi prefissi e realizzare i progetti presenti e quelli futuri».
Quali sono gli altri progetti che Una Casa per la Vita porta avanti?
«Un progetto a cui tengo molto è quello in Benin: abbiamo avviato da tempo una proficua collaborazione con il console del Benin Giuseppe Gambardella, realizzando nel piccolo stato africano pozzi per l’acqua potabile, ambulatori medici per partorienti, e offrendo aiuti alle scuole».
E quelli futuri?
«Stiamo per ristrutturare i locali della Mensa dei poveri, adiacenti alla nostra Casa per la Vita. Lì verranno accolti e seguiti durante il giorno i minori in difficolta, affinché la loro condizione non si trasformi in un disagio grave che possa indurli smarrire la propria strada».
Lorenza Lupaldi D’Alessio avrebbe ancora tanto da dire, ma ci vediamo costretti a interromperla perché lo “spazio” a nostra disposizione non è infinito. Al contrario del suo entusiasmo e dell’energia spesa ogni giorno per aiutare chi ha bisogno.
Nella foto: Lorenza Lupaldi D’Alessio
15 marzo 2025 – © riproduzione riservata


