Palazzopoli, altri due fabbricati sequestrati
[di Carmine Landi]
Sigilli ai cantieri, notifiche agli indagati, ruspe ferme. A Battipaglia la magistratura ha premuto il tasto “pausa” in un campo, quello dell’urbanistica, perennemente oggetto di controversie. Dopo il blitz di dicembre, la Procura torna a colpire: nuovi sequestri, altri nove indagati (più uno, già coinvolto nella prima manche), per un totale di 22. L’accusa? Palazzi sorti senza i necessari permessi, volumi lievitati oltre ogni limite di legge, funzionari comunali nell’occhio del ciclone. L’inchiesta sulla presunta cementificazione selvaggia della città si allarga, L’ultimo decreto di sequestro preventivo d’urgenza, firmato dai pm Alessandro Di Vico ed Elena Cosentino, ha riguardato un palazzo di sette piani tra via Canova e via Belvedere e un edificio in piazza della Repubblica. Le accuse? Secondo la Procura, le licenze edilizie concesse dal Comune sarebbero illegittime, rilasciate “in sostanziale assenza di permesso di costruire”. Nell’elenco degli indagati compaiono i funzionari comunali Anna Iorio (già coinvolta nel primo filone) e Daniele Marzullo, gli imprenditori Adriano Campione, Daniele Ruggiero e Ivan Casillo, i proprietari dell’immobile in piazza della Repubblica, Ezio e Roberto De Sio, i progettisti Guido Falcone e Antonio Di Capua e Marcello Pazzanese, titolare dell’impresa di demolizioni che ha abbattuto il vecchio edificio di via Canova.
Il nodo della questione resta l’applicazione del Piano Casa, il provvedimento regionale che consente ampliamenti volumetrici in caso di demolizione e ricostruzione. Per la Procura, gli immobili sequestrati non rientravano nei parametri previsti dalla legge: volumi gonfiati, mancata demolizione completa degli edifici preesistenti, false dichiarazioni sui metri cubi di partenza. I tecnici comunali avrebbero avallato progetti che prevedevano incrementi volumetrici ingiustificati. Il caso più complesso è quello di via Belvedere, dove la volumetria sarebbe passata da 364 a 1.437 metri cubi, ben oltre il 35% consentito dal Piano Casa. Gli inquirenti contestano ai progettisti l’uso di una Scia fittizia, che attestava interventi di ristrutturazione mai eseguiti per aumentare la cubatura disponibile. Anche il permesso rilasciato ai De Sio, per la costruzione in piazza della Repubblica, viene ritenuto illegittimo: secondo i Pm, il Piano di ricostruzione post-terremoto a cui si erano appellati era scaduto da oltre un decennio.
Mentre l’inchiesta va avanti, il clima in città si fa incandescente. La sindaca Cecilia Francese difende l’operato degli uffici comunali: «Ho massima fiducia nei miei tecnici. Il Piano Casa è previsto dalla legge, se si continua così si rischia di bloccare completamente il settore edilizio». Sullo sfondo, però, resta la mancanza di un Piano urbanistico comunale aggiornato. Il Piano regolatore di Battipaglia risale al 1972, quando la città aveva un terzo della popolazione attuale. La giunta Francese aveva provato a dotarsi di un Puc nuovo, adottato nel 2022: poi c’ha ripensato e lo ha revocato all’alba del 2023 per osservazioni non recepite. Da allora, è tutto fermo. Ma la Procura non si ferma: ci sono altri tre permessi di costruire sotto esame, e nuovi sviluppi potrebbero arrivare nelle prossime settimane.
15 febbraio 2025 – © riproduzione riservata


