L’appello di Carlo Crudele | di Carlo Crudele

Caro Direttore,
che Battipaglia fosse una città disamministrata da più di trent’anni questo era, ed è, davanti agli occhi di tutti, ma che addirittura meritassimo l’infamante bollatura di comune sciolto per infiltrazione mafiosa, mi fa male, mi deprime  e mi fa incazzare (lasciami passare il termine). Ho sentito molti commenti alla notizia che il comune era stato sciolto per infiltrazione mafiosa, la maggior parte erano invettive contro i politici corrotti che ci hanno amministrato finora e che sarebbero colpevoli di quanto accaduto. I nostri amministratori ce li siamo scelti noi, siamo stati noi tutti, con il nostro voto, che abbiamo eletto sindaco e  relativo consiglio comunale, quindi al limite i responsabili saremmo noi tutti cittadini di Battipaglia. Ma non è questo il tempo delle recriminazioni, Ora è come ci trovassimo sulla scena di un grave incidente automobilistico con feriti gravi, e piuttosto che affannarci a cercare di capire di chi è la colpa, dovremmo adoperarci per  portare soccorso a chi ne ha bisogno. Abbiamo due feriti gravi a terra che sanguinano copiosamente: la nostra dignità e la nostra democrazia. È necessario che la città risponda con orgoglio e compostezza, nel pieno rispetto delle regole democratiche. Dobbiamo far sentire la nostra voce, non possiamo lasciar passare solo la notizia che il nostro comune è un covo di camorristi, dobbiamo far sentire con altrettanto rumore che i Battipagliesi sono cittadini onesti, laboriosi, che Battipaglia è una città sana, rispettosa delle regole e capace di utilizzare la democrazia, che la nostra è una città dove ci sono donne e uomini capaci di governarsi, e che l’umiliazione del commissariamento a cui siamo stati sottoposti è solo un incidente di percorso (e spero solo un malinteso, un errore istituzionale). Penso che coloro che hanno un ruolo rappresentativo, seppur minimo, possano esprimere il dissenso che tutti sentiamo. Non penso solo ai nostri rappresentanti istituzionali o alle forze politiche, ma anche alle associazioni di volontariato, ai rappresentanti delle categorie, ai club culturali, a tutti i cittadini che sentono di dover esternare il loro dissenso. Non so in che modo o con quali strumenti si debba realizzare ma è indispensabile far sentire forte la voce di chi è ancora convinto che Battipaglia sia una città sana, in cui vivono, lavorano operai, impiegati, professionisti, artigiani e imprenditori onesti e di sani principi, in cui l’illegalità è l’eccezione e non la regola. Anche noi soffriamo della presenza di mele marce che inquinano la nostra quotidianità, ma ad esse si contrappone la buona regola e l’onestà della maggioranza dei Battipagliesi (con la maiuscola iniziale). Mi appello ai dirigenti di partito e agli uomini politici onesti di tutti gli schieramenti, dotati di buona volontà che hanno a cuore il benessere comune, in questo momento devono superare le contrapposizioni e le divisioni, e tutti di comune accordo devono organizzare la voce di quanti credono che la nostra sia una città onesta e farla sentire forte, con lo stesso clamore con cui si è sentito lo schianto dell’incidente che ci ha coinvolti.

Carlo Crudele, cittadino Battipagliese

10 aprile 2014 – © riproduzione riservata

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