Il piano regolatore non è più

Panorama01Se n’è andato in punta di piedi, senza neppure riuscire ad attirare l’attenzione dei battipagliesi. Riposa in pace, dopo quarantatré anni di carriera, tra l’altro nemmeno particolarmente onorata. Una morte lenta, ché da ben tre anni il caro PRG (Piano Regolatore Generale) se ne stava agonizzante nel proprio giaciglio, attendendo affannosamente che al capezzale arrivasse un figlio di nome PUC (Piano Urbanistico Comunale). Ma PUC non può neppure uscire di casa, perché da anni, oramai, non può veder la luce del sole, e nessuno sa il motivo. Ricordiamo insieme le tappe di questa agonia.
Giugno 2012: la Regione Campania approva il PTCP (Piano territoriale di coordinamento provinciale) del Salernitano. Stando al Regolamento di attuazione per il governo del territorio della Regione Campania (agosto 2011), tutti i piani regolatori e i programmi di fabbricazione avrebbero dovuto perder d’efficacia entro diciotto mesi dall’approvazione del PTCP. I comuni privi di PUC, dunque, sarebbero divenuti urbanisticamente dipendenti da un unico capo, che è proprio il piano provinciale: così aveva voluto Carlo Azeglio Ciampi, che il 6 giugno del 2001 aveva sottoscritto il Testo Unico delle disposizione legislative e regolamentari in materia edilizia.
A dicembre 2013, tuttavia, Palazzo Santa Lucia guarda agli enti comunali della provincia di Salerno: imbarazzati, i vari sindaci e commissari ammettono timidamente che quasi nessuno ha elaborato un piano urbanistico. La Giunta regionale, allora, stabilisce di concedere altri diciotto mesi di proroga alle amministrazioni cittadine.
Nel 2014 Mario Rosario Ruffo, commissario prefettizio, tenta allora di dare un’accelerata al PUC dell’ex sindaco Santomauro, ma per un pelo non riesce ad approvarlo. Infatti, il 7 aprile, sulla scorta della relazione elaborata dalla commissione d’accesso insediatasi qualche mese prima a Palazzo di Città, arriva l’arcinoto decreto di scioglimento. Mille sospetti, per la terna antimafia, sul PUC santomaurino, a causa di quell’anomalo Laboratorio Politico e, soprattutto, per via di quei 1600 alloggi che avrebbero visto la luce nei territori ex Valsecchi, arrecando ai proprietari profitti ingentissimi. E incomprensibili, giacché in città il trend demografico non lascia di certo pensare a un nuovo boom: d’altronde, i dati che vengono fuori da un interessante elaborato di qualche anno fa, a cura di Luigi Valanzano, Ilaria Greco e Massimiliano Bencardino, dimostrano come il PRG del 1972 sia stato oramai quasi del tutto applicato per quel che concerne l’edilizia residenziale (in ettari, attuata all’88%) e ai programmi di sviluppo produttivo nell’area ASI (71%), conseguendo, invece, scarsi risultati in fatto di opere di interesse generale (28%), di verde (28%) e di settore produttivo (10%).
Nel dicembre 2014, dunque, i commissari straordinari, Gerlando Iorio, Ada Ferrara e Carlo Picone, revocano le procedure del PUC di Santomauro, e affidano l’incarico di redigere le linee guida – che dovrebbero esser presentate a breve – all’archistar Massimo Alvisi e a un professore della Luiss, Christian Iaione. Poi, l’iter sarà ancora lungo, tanto più perché molti dei papabili sindaci si dicono fin da ora intenzionati a valutare la revoca degli indirizzi del PUC dei commissari, perché “una città non può farsi dettare l’urbanistica dall’alto”. Eppure, fino a ieri, è stata la stessa Battipaglia, alle prese con migliaia di beghe e conflitti, a non volerselo dare un piano urbanistico. Ad ogni modo, dallo scorso 4 luglio, dì della scadenza della proroga, stop ai cantieri, eccezion fatta per gli interventi di manutenzione e per le edificazioni previste dal Piano Casa.

17 luglio 2015 – © Riproduzione riservata
Facebooktwittermail