Allarme amianto: Panìco va in procura

Gli occhi della procura sull’amianto battipagliese.
Non si dica che non l’aveva detto. Da anni, ormai, Cosimo Panico, portavoce del “Comitato civico e ambientale”, chiedeva lumi sull’amianto. Era il maggio del 2010: un certo Giovanni Santomauro, sindaco da meno di dodici mesi, impose ai cittadini il censimento obbligatorio dell’amianto. Occorreva che gli interessati proprietari di beni mobili e immobili presentassero un’accurata valutazione del rischio e dello stato di conservazione delle parti in amianto, un certificato di analisi e monitoraggio ambientale recante la firma di un tecnico abilitato e l’elenco degli interventi idonei e dei necessari tempi di realizzazione. Il tutto entro 120 giorni.
Poi, però, non se ne seppe più nulla. Panico, allora, ha protocollato a Palazzo di Città decine di istanze d’accesso agli atti. Ma dal Comune non è mai arrivata una parola in merito alla spinosa quaestio. A quel punto, il 68enne battipagliese ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Salerno ai danni di Palazzo di Città e del responsabile del procedimento.
Gli ultimi due documenti sull’amianto, Panico li aveva presentati a Palazzo di Città gli scorsi 19 maggio e 30 giugno. Risposte? Nemmeno un bisbiglio.
«A distanza di oltre cinque anni – denuncia Panico – nel territorio di Battipaglia si notano ancora moltissimi manufatti in amianto, ed è trascorso un considerevole lasso di tempo dall’accertamento».

18 settembre 2015 – © Riproduzione riservata
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