Influenza? No, grazie
Il 3 novembre 2015 nella nostra ASL parte la campagna vaccinale gratuita contro l’influenza. Per il quinto anno consecutivo il vaccino contiene il ceppo virale A/H1N1 isolato in California nel 2009: il noto virus dell’influenza suina che continua da ben 6 anni, cosa insolita, a tenere banco e conservare tutta la sua aggressività. Questo virus ha mantenuto integra la sua pericolosità, tanto che ha causato quasi un terzo dei decessi e dei casi gravi dovuti all’influenza nella scorsa stagione. Oltre alle proteine del virus A/H1N1 il nuovo vaccino contiene proteine provenienti da altri due ceppi (per questo è detto “trivalente”): quello A H3N2 isolato in Svizzera e quello B Pukhet di origine asiatica. È disponibile anche un vaccino “quadrivalente” che contiene in più il ceppo virale B/Brisbane.
L’epidemia influenzale dello scorso inverno è stata una delle peggiori degli ultimi anni. Nella stagione 2014-2015 l’influenza ha colpito l’11% della popolazione cioè circa 6,3 milioni di italiani: «un picco epidemico tra i più elevati delle ultime stagioni influenzali». È quanto si legge nel bilancio conclusivo del sistema di sorveglianza Influnet coordinato dal Centro di epidemiologia e sorveglianza dell’Istituto superiore di sanità (Iss). I dati pongono la scorsa stagione tra quelle con maggior incidenza e al secondo posto per numero di casi gravi dopo quella pandemica 2009/10 che detiene il record di casi gravi e numero di morti. Solo il 7,6% dei casi gravi aveva fatto il vaccino. Considerando che il virus maggiormente isolato è stato quello pandemico A(H1N1), che era contenuto nel vaccino, la vaccinazione avrebbe potuto evitare molti casi gravi. Come di consueto l’influenza ha colpito maggiormente la popolazione suscettibile appartenente alla fascia in età pediatrica: il 26,0% della fascia 0-4 anni ed il 17,8% della fascia 5-14 anni.
Nella scorsa stagione, le allarmanti notizie relative alle sospette morti da vaccino antinfluenzale, rivelatesi poi infondate, hanno pesantemente ridotto l’adesione alla vaccinazione. Il calo significativo delle coperture vaccinali ha prodotto gravosi effetti sanitari quali sovraffollamenti negli studi medici e negli ospedali, incremento della spesa farmaceutica e aumento del numero di morti per complicanze da influenza. L’Agenzia Italiana del Farmaco da sempre sottolinea l’importanza della vaccinazione quale strumento per prevenire l’influenza e le sue complicanze, particolarmente nelle categorie a rischio. Spesso si commette l’errore di sottovalutare l’impatto dell’influenza che è una vera e propria malattia infettiva con conseguenze talune volte fatali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stimato che le epidemie influenzali annuali causino da 3 a 5 milioni circa di casi di patologie gravi in tutto il mondo e da 250.000 a 500.000 morti; in Italia ogni anno l’influenza causa circa 8.000 decessi. Questi dati devono far riflettere e soprattutto far vincere i pregiudizi e i timori irrazionali nei confronti delle vaccinazioni in genere. Tutti gli studi scientifici seri, non quelli che impazzano su Internet e che alimentano le paure, confermano i vantaggi delle vaccinazioni.
L’influenza si trasmette per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Teniamo sempre bene in mente queste semplici quanto efficaci regole anti-influenza: lavare spesso le mani con acqua e sapone; riparare bocca e naso quando si tossisce o starnutisce e lavare subito le mani; non toccare occhi, naso e bocca: sono facili accessi per i virus; seguire sempre uno stile alimentare sano che preveda cibi ricchi di vitamina C; rimanere a casa quando si manifestano i primi sintomi dell’influenza ed evitare luoghi affollati quando i casi di malattia sono molto numerosi; evitare il fumo di sigaretta e soprattutto… vaccinarsi.