Ricordando Fausto Lucarelli

Fausto-LucarelliLa scomparsa di chi amiamo ci sconvolge la vita, sembra impossibile che tutto intorno a noi possa continuare come se nulla fosse accaduto. Piangiamo i nostri cari e quella parte di noi che è finita con loro. soffermandoci a ricordare come erano. Dalle parole degli amici e conoscenti scopriamo un vissuto a noi sconosciuto. È quello che è accaduto dopo la morte di Fausto.
Se n’è andato in silenzio come in silenzio ha compiuto tante opere di bontà e altruismo.
Profondamente uomo sapeva ascoltare e comprendere, aveva la capacità di interessarsi agli altri con sensibilità e umanità, coglieva le necessità altrui senza che gli venissero richieste o spiegate e si offriva senza remore o indugi.
Donava a tanti il suo servizio medico, anche oltre il dovuto, considerando l’amico o un paziente qualsiasi con estremo rispetto del suo corpo e soprattutto della sua anima.
Come ha sottolineato Don Ezio Miceli  nell’omelia durante il rito funebre: “Fausto il vangelo lo ha vissuto”:  nella sua professione ha  aderito con entusiasmo e coerenza al giuramento di Ippocrate e nella malattia ha sofferto senza mai lamentarsi, accettando il dolore  e la sofferenza nella visione della fede.
Ricordando gli insegnamenti del nonno amava dire “ Chi visse sol per sé vissuto è invano” e Fausto non ha vissuto invano.
Restano nella  nostra mente e nel nostro cuore la sua voce, il suo sorriso dolce, gli occhi buoni, il suo abbraccio rassicurante e il suo  amore per la vita.
Uomo colto e curioso amante dell’arte e dei grandi della storia, ci saluterebbe con il suo sorriso, richiamando S. Agostino:
“La morte non è niente.  Sono solo passato dall’altra parte: è come se fossi nascosto nella stanza accanto…
Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata…”

I familiari

11 dicembre 2015 – © Riproduzione riservata
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