Muri con o senza la croce

Da tempo nel nostro Paese si è aperto un dibattito sull’opportunità di continuare a esporre il crocifisso nelle aule scolastiche. La questione ha recentemente interessato anche le scuole della nostra città; perciò ho pensato di raccogliere l’opinione di alcuni addetti ai lavori. Da sempre il crocifisso ha accompagnato le nostre lezioni, il nostro lavoro e ora, vista la presenza in Italia di numerosi residenti di fede non cristiana, potrebbe di colpo sparire per non urtare la sensibilità di persone di altra fede. Alcuni lo considerano uno scandalo, altri un’azione giusta. Ma cosa ne pensano i diretti interessati? La professoressa Giuliana Zammarrelli, vicepreside dell’istituto comprensivo Marconi ha detto in proposito: «Nella nostra scuola non si sono verificati episodi di contestazione, ma seppure fosse accaduto – continua –  il crocifisso sarebbe rimasto al suo posto. Chi viene nel nostro Paese sa bene che siamo cristiani per la maggior parte. Non costringiamo nessuno a fare il segno della croce quando si entra in classe, ma non si può vietare di esporre il simbolo sacro della nostra fede.  Se la classe fosse a maggioranza musulmana, invece, sarebbe diverso». Allo stesso modo il dirigente scolastico della scuola secondaria Gatto, Fortunato Ricco ha affermato: «Non si può rimuovere il crocifisso da alcuna classe senza un provvedimento del dirigente scolastico o ministeriale. Il crocifisso, fino ad allora, resterà ben esposto in ogni aula».
Io frequento il liceo classico di Eboli e, nella nostra classe, il crocifisso manca. Al suo posto c’è un bassorilievo che raffigura il volto di una donna che, presumibilmente, può essere attribuito a quello della madonna. Ma il crocifisso è un’altra cosa. Per questo, abbiamo deciso di organizzare una colletta, a cui partecipano anche alunni che si professano atei, per acquistarne uno che affermi la nostra identità. Infatti, abbiamo ritenuto che il crocifisso, oltre ad essere per i credenti il simbolo fondamentale della fede cristiana, deve essere affisso in aula in quanto simbolo di una tradizione e una cultura con forti radici cristiane, anche per i laici o non credenti, nonostante il principio di laicità del nostro Stato.
Ho poi provato a chiedere in merito un’opinione a una mamma musulmana, il cui figlio frequenta  una scuola  del  nostro territorio. Non ha voluto rispondere. Peccato, perché sarebbe stato interessante capire cosa ne pensasse. Comunque, mentre la battaglia silenziosa per il crocifisso prosegue, esso rimane, per il momento, al suo posto, nella vita di tutti noi, a prescindere dalla fede di ciascuno.

29 gennaio 2016 – © Riproduzione riservata
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