Una banca solida e solidale

SilvioPetrone-NsB
La tradizionale conferenza stampa dei
vertici della Bcc Cassa Rurale di Battipaglia e Montecorvino Rovella, che s’è tenuta il 15 gennaio si è rivelata, come ogni anno, un momento fondamentale pure per comprendere meglio la realtà socio-economica battipagliese.
La Cassa Rurale c’è e sta bene. Lo attesta pure l’importante riconoscimento d’eccellenza ottenuto dalla Bcc nostrana, che, tra le pagine dello speciale sulle banche pubblicato a dicembre 2015 su Altroconsumo Finanza, autorevole organo di informazione dell’omonima associazione di consumatori, s’è guadagnata la bellezza di 352,48 punti.
In altre parole, in termini di sicurezza, la Bcc di Battipaglia e Montecorvino è tra i primi cinque istituti di credito italiani, e la graduatoria non tiene conto soltanto del credito cooperativo, ma di tutte le banche, presenti su scala nazionale, che possono contare su almeno dieci sportelli.
Una valutazione stilata sulla base del Cet1, il common equity tier 1, e del total capital ratio, indicatori che rapportano il patrimonio al totale degli impegni assunti dalla banca. E quindi, com’è giusto che sia, in casa Bcc, a Battipaglia, c’è un bel po’ di soddisfazione.
I dati, d’altronde, parlano chiaro. Lo ha spiegato il direttore della Bcc, Fausto Salvati, che durante la conferenza ha fatto sapere che l’istituto di piazza De Curtis «gode d’un Cet1 e d’un Total Capital Ratio del 21,8%, laddove il sistema delle BCC e delle Casse Rurali s’attesta, in media, rispettivamente al 16,2% e al 16,7%, mentre l’industria bancaria fa ancora peggio, col 12,1% nel primo caso e col 14,8% nel secondo». Numeri lusinghieri pure in termini di raccolta: la banca, infatti, ha totalizzato 469 milioni di euro.
Eppure, è ancora troppo presto per dirsi fuori dal tunnel secondo il presidente Silvio Petrone: «Stiamo ancora scontando una bruttissima recessione, che pare non voler vedere ancora una fine», ha commentato il numero uno della Cassa Rurale, «più che tra le imprese, soffrono le famiglie, perché il vero problema è la disoccupazione». D’altronde, negli ultimi anni, in città hanno serrato i battenti aziende di importanza strategica: «Senza lavoro – ha aggiunto Petrone – la ripresa fatica ad avviarsi. C’è bisogno di maggior occupazione per far ripartire i consumi. In quest’ottica la nostra banca da anni ha deciso di indirizzare la maggior parte delle sue spese verso fornitori del territorio; un modo per “restituire” alla comunità risorse economiche».
Una buona nuova è che si riscoprono le professioni e le attività legate alla tradizionale vocazione agricola della nostra provincia: «Gli investimenti prevalenti sono nel settore agricolo, ma si comincia a rivedere qualcosa pure nel settore manifatturiero».
E poi le startup. Che non saranno molte, ma di sicuro sono in aumento rispetto a quelle degli anni precedenti: «Si sono formate ben sedici nuove startup nel corso del secondo semestre del 2015 – ha spiegato il vicedirettore Danilo Trabacca – a beneficio delle quali abbiamo erogato 600mila euro, e ciò significa che, nel territorio, c’è fermento».

Nella foto: Il presidente della Bcc Silvio Petrone

29 gennaio 2016 – © Riproduzione riservata
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