Due dozzine di consiglieri

[di Francesco Bonito]

AulaConsiliare
Per i pochi che ancora non lo sanno, il prossimo consiglio comunale di Battipaglia sarà composto da ventiquattro consiglieri e non più trenta come in passato. Due dozzine, appunto. Diminuisce la quantità, speriamo cresca la qualità. Da mesi, alle persone che mi chiedono un parere sui candidati sindaco, rispondo sempre allo stesso modo: non preoccupatevi del futuro sindaco, ma pensate a scegliere dei bravi consiglieri comunali. Opinione dettata dal buon senso e dall’analisi delle vicende politiche degli ultimi anni. Premesso che tutti vorremo votare un sindaco capace, onesto e intelligente, e che sicuramente nel lotto dei candidati che ormai si profila ci sono persone con queste caratteristiche, ne consegue che non sarà impossibile eleggere un sindaco all’altezza del compito richiesto. Non è altrettanto scontato che ciò accada per i consiglieri comunali, dove la competizione è aperta a centinaia di candidati (401 nelle ultime elezioni!) e dove è più probabile che nel gruppo ci siano persone meno dotate, meno integerrime, ma magari più popolari e simpatiche. Sappiamo che la nostra città non è messa benissimo e quindi più che di “simpatiche canaglie” capaci di conquistare centinaia di voti tra parenti e comparielli, abbiamo bisogno di persone serie che si mettano al servizio della comunità.
Molti, troppi, credono che l’azione politica corrisponda alla campagna elettorale, che consista nel provare – con ogni mezzo – a vincere le elezioni; che l’impegno inizi con la compilazione delle liste e termini il giorno dello spoglio. Fingono di non sapere che la politica non è la conquista di un seggio, ma la capacità di amministrare una comunità e trovare una soluzione ai problemi delle persone che ti hanno delegato questo incarico. L’equivoco si è ripetuto spesso nelle ultime competizioni elettorali: tutti concentrati a scegliere i candidati più popolari, a lottare fino all’ultimo voto per vincere e, una volta conquistato il potere, il nulla, o – peggio ancora – azioni mirate alla mera conservazione dello stesso. E allora la transumanza degli eletti da uno schieramento all’altro, il mercanteggiare per ottenere un assessorato, le assenze strategiche in consiglio comunale, i ricatti, il do ut des, le formule prese a prestito dal marketing dei detersivi: due consiglieri per un assessore. Dietro questo indecoroso mercato a volte un sindaco inadeguato, a volte molto furbo; ma il coprotagonista di questo brutto film era sempre un consigliere comunale “traffichino”, quando non un ricattatore navigato. Molti ricordano le processioni di quei consiglieri che, alla vigilia delle votazioni importanti, si recavano questuanti nella stanza del sindaco. Venivano accontentati i più spregiudicati, raggirati i meno famelici. In entrambi i casi vinceva la cattiva politica e perdeva la città.
Possiamo continuare a vedere queste scene, oppure no. Possiamo farci rappresentare dai peggiori, oppure no. Possiamo far finta di non sapere, oppure no. Chi vuole cambiare scelga un buon sindaco. Ma, soprattutto, scelga un ottimo consigliere.

29 gennaio 2016 – © Riproduzione riservata
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