Il carro dei vincitori e quello dei perdenti

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È ancora vividamente scolpita nelle menti dei battipagliesi l’immagine dei carri allegorici che, nel giorno di Carnevale, hanno percorso trionfalmente le vie della città.
Gli schiamazzi, le entusiastiche urla e i preziosi sorrisi dei bambini, le danze e i canti d’una bella Battipaglia che s’è ritrovata unita in strada solo per far festa: scene che avevamo mestamente riposto nel cassetto dei ricordi del passato.
Poi, però, accade che un gruppo di giovani accolga la proposta di tre commissari e, almeno per qualche giorno, tolga dai volti di tanti battipagliesi le grigie maschere del “non si può fare”.
E allora ci si mette a organizzare un corteo festante, in barba a chi riteneva che il cadavere di Spigariello, emblema d’una Battipaglia allegra e laboriosa, potesse finire soltanto in una cassa di legno, nella parte posteriore d’un carro funebre.
Ora Carnevale è passato, eppure, in giro, qualche volto mascherato lo si intravede ancora. Facce di bronzo, come le maschere dell’antica Grecia. Molti di quei volti, a breve, li vedremo stampati su poster pieni zeppi di hashtag e cancelletti. Sono le stesse persone che, pur di rosicchiare qualche voto in più, associano nome, faccia e ego a quanto di buono viene fatto in città. Allora provano a impadronirsi pure della gioia del Carnevale battipagliese – per il quale non hanno mosso un dito, né quest’anno né quando, tra gli scranni consiliari, c’erano loro – e, tra un selfie e l’altro, travestendosi da supereroi, promettono che, una volta giunti a Palazzo di Città, grazie a loro ogni giorno sarà così. Il Paese dei Balocchi alle porte della Piana del Sele.
Ora Carnevale è passato, eppure, a dispetto del digiuno quaresimale, in giro c’è ancora chi fa indigestione di chiacchiere. Discutono di buona politica, dicono d’essere il nuovo che avanza, e si riempiono la bocca di eufonie quali “cambiamento”, “trasformazione”, “legalità”, però le labbra restano cucite quando si parla di relazioni, indagini e arresti che riguardano amici, o amici degli amici. Peggio ancora quando si discute di programmi di governo, ché quelli possono pure essere tutti uguali, tanto, alla fine, nella Città del Sole dei novelli Campanella, li si utilizzerà soltanto per farci dei coriandoli.
Ora Carnevale è passato, e, dopo essersi travestita da ztl per un giorno, via Mazzini è ritornata di nuovo un groviglio di autovetture. Eppure i nostri amici dalle mille maschere sono ancora ai bordi delle strade, in attesa che, da quelle parti, passi il carro buono, quello dei vincitori. Qualcuno sussurra che a giugno quel carro passerà per le vie della città. E loro, giustamente, si tengono pronti.
Eppure, come a Carnevale, non ci sono auto blu a guidare il corteo, ma trattori e utilitarie. Ci sono i battipagliesi che, se vogliono, possono tenerli giù dal carro gli scherzosi trasformisti, ché gli scherzi valgono soltanto a Carnevale. I sogni d’un futuro diverso, invece, hanno valenza eterna.

Foto di Antonello Toriello

12 febbraio 2016 – © Riproduzione riservata
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