Forza Italia con Cecilia Francese
Nel giorno della presentazione i forzisti rivendicano: «La destra è qui». Ugo Tozzi risponde: «Hanno provato a barattare Battipaglia con Salerno»
Il centrodestra dove sta? Alla vigilia delle elezioni amministrative, è questa la domanda che accompagna il percorso delle forze moderate cittadine.
A Battipaglia, storica roccaforte dei popolari, ci si chiede chi sia destinato a raccogliere il voto di quei cittadini che da sempre si riconoscono elettori di centrodestra.
Lo scorso 13 febbraio, alla vigilia di San Valentino, Forza Italia e Etica per il Buon Governo hanno ufficializzato un matrimonio di cui si parlava da tempo.
A Palazzo di Città, nel sabato dei forzisti, c’era un bel po’ di gente.
Al tavolo, d’altronde, c’era Cecilia Francese, leader del movimento civico che, alle amministrative del 2009, fece tremare Gerardo Motta e Giovanni Santomauro. Accanto all’endocrinologa c’era il segretario di Etica, Gianluca Di Giovanni. E poi, insieme a loro, molti esponenti di spicco di Forza Italia.
C’erano due senatori, il segretario provinciale Enzo Fasano e l’ebolitano Franco Cardiello, il referente dei forzisti dell’area meridionale del Salernitano, Domenico Di Giorgio, che è pure sindaco uscente di Montecorvino Pugliano, il portavoce di FI Salerno, Gigi Casciello, il vice coordinatore dei berlusconiani della provincia, Valentino Di Brizzi, e il numero uno degli azzurri battipagliesi, Giuseppe Provenza.
Tutti riuniti attorno a un unico tavolo. E, soprattutto, tutti sotto un’unica insegna: Cecilia Francese sindaco di Battipaglia.
«È un’alleanza che abbiamo voluto noi di Battipaglia – ha spiegato Provenza – perché Fasano e Di Giorgio non ci hanno imposto niente». Un’alleanza nata dal dialogo, che, almeno da parte dei forzisti, non era aperto a tutti: «Non vogliamo parlare col Partito democratico o con l’Udc di Vincenzo Inverso, artefici del fallimento del Comune di Battipaglia», ha aggiunto l’ex consigliere comunale.
Un’intesa basata sulle priorità. «Guidati dalla prima donna sindaco della storia di Battipaglia – hanno fatto sapere i segretari Provenza e Di Giovanni – punteremo al risanamento dell’Ente e delle casse comunali, alla bonifica delle discariche, alla depurazione e alla revitalizzazione sociale della città».
«Avremmo potuto presentarci da soli – ha aggiunto il segretario di Etica – ma non siamo depositari della verità assoluta, per cui, in estate, avviammo una campagna d’ascolto con tutte le forze politiche, chiedendo la piena accettazione del programma e del codice etico, rinunciando a inserire, nelle nostre liste, i responsabili del fallimento».
E la Francese ha già le idee abbastanza chiare: «Dopo tre anni di democrazia sospesa – ha dichiarato l’endocrinologa – in questo Comune devono cambiare molte cose, e va lasciata da parte l’ottica del “che mi dai?”, per abbracciare il “che dai alla città?”».
Da qui un netto diniego ai «portatori dei pacchetti di voti» e al baratto delle poltrone: «Abbiamo bisogno di una squadra di assessori che duri cinque o dieci anni».
Civici prestati ai partiti? «Noi crediamo nel rinnovamento dei partiti, che son fatti dagli uomini».
Forza Italia rivendica l’autenticità della destra: «Il vero centrodestra – ha detto Di Giorgio – è qui, ed è quello che ha detto no a ricicli e voti di scambio». Rincara la dose Fasano: «Dobbiamo scacciare i cavallucci che saltano da una parte all’altra», ha detto il senatore.
Tempestiva e velenosa la replica di Ugo Tozzi, candidato di Fratelli d’Italia: «Forza Italia ha scelto Cecilia Francese perché io, lo scorso anno, ho rifiutato una candidatura alle regionali».
Pesanti accuse all’indirizzo di FI: «La verità è che Fasano voleva fare il candidato sindaco a Salerno, poi i forzisti hanno ripiegato su Amatruda chiedendo un sostegno a Fratelli d’Italia e promettendo in cambio l’alleanza a Battipaglia sulla mia persona. L’unità nel capoluogo non si è più raggiunta e a farne le spese è stata Battipaglia con un centrodestra diviso».
Nella foto: Cecilia Francese con collaboratori e supporter