Gli studenti e l’arcivescovo
Grande successo per l’incontro tra l’arcivescovo di Salerno, Luigi Moretti, e i ragazzi dell’Istituto di istruzione superiore Enzo Ferrari, organizzato dalla dirigente scolastica Daniela Palma.
Nella mattinata del 4 marzo, quasi tutti gli alunni dell’istituto di via Rosa Jemma hanno incontrato il pastore dell’arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno.
«Sono tante le domande e i dubbi dei nostri ragazzi – spiega la dirigente – e avere oggi tra di noi una presenza di questo calibro è un valore aggiunto per tutti».
La parola, poi, è passata all’arcivescovo, che ha raccontato alcuni aneddoti personali per poi spiegare il motivo dell’incontro: «Il sinodo dei giovani, per i giovani, con i giovani è un’iniziativa che si propone di coinvolgere i ragazzi, affinché possano sentirsi in chiesa come a casa loro. I giovani sono una risorsa per la comunità cristiana, e mi piacerebbe che non siano considerati come un problema. In qualità di diocesi stiamo portando avanti degli incontri per stimolare la loro partecipazione».
Dopo aver visionato un breve filmato preparato dai giovani dell’istituto, si entra nel vivo del dibattito con alcune domande preparate dagli alunni.
Molteplici gli argomenti trattati. S’è parlato della superstizione, che, per Moretti, «è la prova di come l’uomo non può ridursi alla materialità». Il vescovo ha proseguito così: «Dentro di noi c’è una forza che cerca risposte. Credere che ci sia altro, e che non tutto finisca dopo la morte, vuol dire recuperare la propria libertà».
Il presule, poi, ha suggerito ai ragazzi delle modalità per intraprendere un percorso spirituale, e ha risposto ad alcune domande relative al perdono, che i giovani gli hanno posto prendendo spunto dal giubileo della misericordia. Com’è possibile perdonare le offese ricevute?
«Non credo che ci sia modo di vincere il male se non con il bene. Bisogna uscire dalla logica della vendetta, con un supplemento d’amore che apra il cuore. La vendetta è un’esasperazione. Dio ha insegnato come perdonare il nemico e come perdonare sé stessi».
Di particolare interesse la domanda che pone l’accento su un tema al momento molto dibattuto.
«Perché due persone dello stesso sesso sono ostacolate dalla Chiesa nei loro progetti familiari?», hanno chiesto all’arcivescovo.
«Credo che ci sia necessità di riconoscere la realtà per quello che è. Nasciamo con la convinzione di poter scegliere se essere maschi o femmine, ma questo contraddice elementi basilari. Anche in laboratorio c’è bisogno di una parte maschile. La sessualità di ognuno si lega all’esercizio della propria sessualità, procreando ad esempio. Il figlio non è un diritto, ma un impegno d’amore».
L’arcivescovo, che alla fine ha ricevuto dei piccoli omaggi dai ragazzi, ha invitato tutti al Giubileo dei Giovani, che si terrà il 14 Maggio al Palasele di Eboli.