Preziosi spunti politici da San Gregorio VII

[di Elisa Sarluca]

Preziosi
«Fare politica è un impegno per alcuni, interessarsi di politica è un impegno per tutti».
Sono le stimolanti parole di Ernesto Preziosi (nella foto), parlamentare e accademico italiano che, nella mattinata di sabato 7 maggio, è stato ospite della parrocchia San Gregorio VII, nel cuore del rione Sant’Anna.
Parole che, a un mese dalle elezioni amministrative, suonano da monito per le coscienze dei cattolici battipagliesi. D’altronde, proprio don Michele Olivieri, parroco della comunità di San Gregorio VII, ha voluto fortemente che Preziosi venisse a parlare di politica a Battipaglia, e che lo facesse alla presenza dei candidati. Il curato, in effetti, ha invitato tutti gli aspiranti sindaci a prendere parte all’interessante convegno, ma in pochi hanno risposto “presente” all’appello del presule battipagliese. C’erano, però, molti rappresentanti del mondo dei partiti, dei movimenti e delle associazioni.
Il profilo, d’altronde, è di tutto rispetto: Preziosi è stato vicepresidente nazionale di Azione Cattolica ed è membro del direttivo della Consulta delle aggregazioni laicali, e alla Camera fa parte della Commissione V, quella del Bilancio, e del gruppo che indaga sul rapimento e la morte di Aldo Moro.
«La politica è correlazione e le questioni non potranno mai essere risolte solo a livello locale. Anche quando andiamo a votare in una lista civica locale, dobbiamo tener presente che tutto è correlato».
In tempi in cui, a Battipaglia, s’abusa della parola “sindaco”, Preziosi rispolvera la figura di un primo cittadino modello, Giorgio La Pira: «La Pira diceva che interessarsi di politica significa mettere sul comodino, oltre alla Bibbia, anche un mappamondo, e per noi cattolici è un obbligo interessarci di politica, perché la nostra fede è una fede sociale».
Da qui un nuovo input pure alle parrocchie: «Dobbiamo dare più attenzione alla prospettiva sociale nella nostra formazione cristiana: la Chiesa deve formare le coscienze». E il bisogno d’una politica della carità: «La carità interviene sui bisogni, ed è questo ciò che dobbiamo fare. La carità politica deve intervenire a monte sulla devianza, sui problemi, sulle difficoltà». Tutto ciò, ovviamente, non vuol dire che la Chiesa debba essere un partito: «I credenti che si impegnano in politica, non sono i rappresentanti della chiesa, ma agiscono a livello personale come credenti».
Tutto finalizzato alla ricerca del bene, insomma. E in tal senso, ovviamente, il Vangelo può fungere da costante richiamo per chi si interessa dell’amministrazione della res publica e, proprio come scritto nelle sacre scritture, deve impegnarsi alla ricerca del bene: «Il bene comune – conclude Preziosi – non è la somma dei beni particolari, ma è un bene che, sentiti i bisogni particolari, li supera tutti e chiede ai bisogni particolari un sacrificio in nome del raggiungimento di un bene più grande».
Oltre ogni fazione e qualsiasi individualismo. La politica comune, la politica della comunità.

20 maggio 2016 – © Riproduzione riservata
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